Dai fischi all’urlo «serie B, serie B». La speranza di un Massimino svuotato

Curva Nord - fonte: MondoCatania.Com
Ettore Attanasio e Marco Di Mauro

Il colpo d’occhio del Massimino è impressionante. Alla sfida contro il Rende, ultima di campionato e decisiva per l’assegnazione del secondo posto, assistono un terzo, forse addirittura un quarto dei 19mila spettatori presenti per la sfida contro il Trapani. Quella partita che due giornate addietro avrebbe potuto lanciare il Catania alla conquista della promozione diretta. Le due sconfitte consecutive, contro Trapani e Bisceglie, l’obiettivo primato andato in fumo, alcune dichiarazioni di allenatore e calciatori, un clima generale di delusione, hanno  svuotato lo stadio.

A pochi minuti dall’inizio della partita, il Massimino è semi vuoto. Tale era, e poco meno vuoto sarebbe diventato da lì all’ingresso delle squadre in campo. I gruppi organizzati della curva Sud non ci sono. Mancano gli ultra e gli striscioni. Un’immagine inedita. La scorsa settimana, 20 persone riconducibili al movimento ultra della Sud sono state arrestate a seguito di alcuni fatti violenti avvenuti durante la trasferta di Matera. Svuotata è anche la Tribuna B, che contro Trapani e Juve Stabia brulicava di tifosi anche nuovi o improvvisati, comunque pieni di aspettative. Venute meno queste ultime, i posti vuoti nel settore parevano quattro o cinque volte quelli occupati.

Forse c’è chi è rimasto a casa scaramanticamente, considerato che davanti al grande pubblico i rossazzurri hanno puntualmente fallito tutte le occasioni. E quella contro il Rende è l’ultima per arrivare secondi e accedere ai play off da posizione privilegiata. Timidissimi gli applausi, a inizio partita, alle squadre che si presentano in campo. Anzi, arriva anche qualche fischio dalle tribune che a conti fatti ospitano più o meno solo gli abbonati. La curva Nord entra, ma in ritardo e in formazione ridotta. Tanto da rendere ancora più evidente la desolazione di pubblico. Un insulto al patron Pulvirenti, proveniente proprio dalla curva Nord, è il primo coro che si alza.

C’è sfiducia nella squadra e pure nel destino, e l’effetto è un clima surreale in cui giocano le due squadre. Poi qualcosa cambia quando sul tabellone luminoso appare il vantaggio del Cosenza contro il Trapani. Vincendo, il Catania potrebbe tornare secondo. I fischi e i timidi applausi di inizio partita diventano urla di incitamento verso i rossazzurri, che paiono beneficiarne e spingersi con più convinzione alla ricerca del vantaggio. “Amiamo solo la maglia”, urla la Nord. Poi: “Noi vogliamo vincere“. Parole magiche che, stavolta, funzionano. Al 25esimo il Catania va in vantaggio con Mazzarani, dopo due minuti il Trapani è sotto di due gol a Cosenza, dopo dieci Russotto raddoppia e tutta la squadra, panchina compresa, esulta con un abbraccio collettivo a Lucarelli.

Dopo altri due minuti, il Cosenza segna il terzo gol. Partita e classifica sembrano già decise. Il Catania in questo momento supererebbe il Trapani e sarebbe secondo. Avrebbe così la possibilità di entrare ai play off direttamente ai quarti di finale, col favore di due risultati su tre e di giocare in casa la gara di ritorno. Una consolazione magra, ma valida, dopo aver mancato il premio grosso: la promozione diretta in B. Questa è la sensazione che si percepisce sugli spalti, tra i pochi che hanno deciso di seguire il Catania fino all’ultimo. Ci sono comunque, ancora, 45′ da giocare prima che la partita finisca e che il Massimino chiuda le sue porte per circa un mese.

Nel secondo tempo il clima sugli spalti è più disteso, considerato il fatto che i risultati di Trapani e Catania paiono già consolidati. La squadra di Lucarelli pare giovare di tutto questo e dilaga. Brodic, al suo esordio in Italia, segna una doppietta. In curva Nord viene alzato uno striscione in ricordo di “Torrone”, un ultra venuto a mancare diversi anni addietro.  Poi un striscione con scritto “Ciro vive”, in ricordo dell’ultra del Napoli ucciso da un sostenitore della Roma. Seguono cori contro la tifoseria capitolina. L’autorete di Bucolo non intacca la serenità dei tifosi e della squadra. Un po’, invece, ci riescono i due gol segnati dal Trapani tra il 73esimo e l’81esimo. La paura che possa succedere qualcosa di “strano”, sul 3-2, va perdendosi con lo scorrere dei minuti. Il Catania, intanto, fa altri due gol con Rizzo e Di Grazia. Punteggio finale 6-1, tanto che l’arbitro chiude rapidamente i giochi.

La sfida del Massimino è la prima di tutte quelle del girone, a terminare. La certezza matematica del secondo posto arriva mentre i calciatori rossazzurri effettuano il giro di campo. Il tabellone luminoso mostra il risultato finale di Cosenza-Trapani: 4-2. «Serie B, serie B», urlano dalla Tribuna B. Un coro che pian piano monta sempre di più, sostenuto da tutti i pur pochi presenti. «Sì ma occhio a non  mettere troppa pressione», scherza una tifosa. C’è più serenità e un po’ più di fiducia, sia nella squadra, che nelle sue potenzialità ma anche nel tempo a disposizione per cercare di colmare le lacune che hanno rappresentato le ragioni di inciampo lungo il campionato. E farsi trovare pronti per vincere gli spareggi. Quando i giocatori rivolgono il loro saluto alla Nord, gli ultra rispondono con due cori: «Uscite fuori i coglioni» e «Noi vogliamo vincere».