È il Catania di Raffaele: etnei cinici ed efficaci

Giorgio Grasso

Contro la Virtus una partita di categoria

Quella del lunch match di sabato è stata la classica partita di terza divisione. Un confronto tra due squadre che potremmo definire operaie, con gli ospiti guidati da Bruno Trocini che fanno dell’intensità in mezzo al campo un mantra da quasi tre anni. Il risultato è quanto mai scontato, a queste latitudini: una gara brutta da vedere, con continue interruzioni di gioco e poche – se non nessuna – trame di qualità. I salentini, squadra compatta e rognosa per tutti, fanno della difesa a tre un dogma, e con questa impostazione tattica riescono a mettere in difficoltà qualsiasi attacco del girone.

Dall’altro lato, il Catania di Raffaele abbiamo imparato a conoscerlo. Sebbene l’innesto di Golfo sia stato utile in termini di imprevedibilità della manovra, d’altro canto l’assenza di elementi come PiccoloRussotto ha penalizzato, e non poco, la produzione offensiva dei padroni di casa. Ciò porta ad un parziale ritorno al Catania di inizio campionato, la cui mole di gioco non era di certo sfolgorante. Nel complesso, però, appare abbastanza chiaro che i rossazzurri abbiano meritato la vittoria, dominando il gioco e rischiando quasi nulla.