Fila infinita per il Catania: tifosi incazzati col club, i bagarini fanno affari d’oro

Marco Di Mauro

Biglietti in vendita da giovedì pomeriggio. Rivendite quasi tutte in ferie o coi pochi tagliandi forniti già esauriti. Biglietteria del Massimino, aperta in via straordinaria la domenica della partita, presa d’assalto con file iniziate tre ore e mezza prima del fischio d’inizio e durate fin oltre la ripresa. «La società vi sta trattando come immondizia e voi le portate pure i soldi», esclama un poliziotto di servizio allo stadio. «I catanesi avrebbero potuto pensarci prima», dice un passante sbigottito dal caos. Tanti vanno via senza biglietto, altri fanno fare affari d’oro ai bagarini che vendono al doppio del prezzo i biglietti di curva Nord. (Leggi la replica della società).

La fila per i biglietti di Catania-Sicula Leonzio, esordio stagionale dei rossazzurri, era iniziata ben prima dell’orario di apertura dei botteghini di piazza Spedini. Una decisione straordinaria, comunicata solo la sera precedente e che ha convogliato ai terminali dello stadio tutti i tifosi intenzionati a presenziare alla partita. I primi s’erano messi davanti alle transenne già alle 16.15. Con la coda che andava allungandosi, i quattro sportelli disponibili sono stati aperti 20 minuti prima dell’orario previsto, le 17. Tuttavia, anche a causa di tifosi che compravano decine di biglietti a testa, la fila è andata aumentando: 300, 400 fino a circa 500 tifosi quando al fischio d’inizio – previsto alle 20.30 – mancava circa un’ora.

Rallentamenti dovuti al blocco del sistema di emissione dei tagliandi, voci incontrollate sul presunto esaurimento dei biglietti, tanti sperti che saltano la fila, fanno salire la tensione. Tanto da rendere necessario l’intervento congiunto di steward e polizia, che formano una recinzione umana per delimitare l’ingresso e lo snodo della fila. Alle 20.30, nonostante il fischio d’inizio sia stato dato, la calca aumenta, alimentata dai tifosi intenzionati a mettersi in coda all’ultimo minuto. Urla e spintoni portano a momenti di panico. Un uomo esce dalla ressa col figlio sulle spalle, urlando: «È uno schifo». Una ragazza ha le lacrime agli occhi, chiede spazio agli steward e scappa via piangendo.

Per evitare che la situazione degeneri, arriva l’ordine di schierare la polizia in tenuta antisommossa e chiudere l’ingresso ai botteghini a chi non sia già in fila. Contromisura che stempera gli animi dei circa 400 ancora in coda; ma la loro attesa durerà comunque fino alle 21.45, quando la partita è arrivata già al 15esimo del secondo tempo. Qualche minuto prima, venuta meno la calca, ai tifosi rimasti fuori dal cordone di steward e polizia viene concesso di mettersi in coda per ottenere l’agognato biglietto. Gli esiti della partita, che vede il Catania ribaltare in 7′ la Sicula Leonzio, dallo 0-2 al 3-2, premieranno le lunghe attese.

Tanti i tifosi del Catania che vanno via senza biglietto: alcuni scoraggiati dalla sola vista delle code infinite, altri che rinunciano nonostante fossero incolonnati da ore. «Questa società neanche in Lega Pro riesce a gestire un evento senza creare casino», si lamenta un uomo mentre si allontana di spalle. Chi si è rivolto ai bagarini si è sentito trattato meglio. La prospettiva di evitare ore di fila è allettante e sono numerosi i tifosi che preferiscono cogliere l’occasione. I biglietti nel borsello del bagarino finiscono nel giro di poco meno di un’ora. Il meccanismo del bagarinaggio è impeccabile e assiste il cliente dall’acquisto fino all’entrata allo stadio.

All’apertura dei botteghini un signore compra una cinquantina di tagliandi, regolarmente munito di una cinquantina di carte d’identità. Tutti per la curva Nord. Se ne frega dei fischi che gli rivolgono i tanti tifosi che devono attendere alle sue spalle. Quindi passa tutti i biglietti al socio, che li rivende al doppio del prezzo di listino (10€). «Biglietti», dice senza troppo urlare. E quando arriva la polizia, per via della calca, si sposta verso la curva Nord. Non importa se il nome sul biglietto è diverso da quello esibito sulla carta d’identità del tifoso che si presenta ai varchi. Il bagarino, in caso di necessità, accompagna il cliente, dice una parolina a chi controlla tagliandi e documenti, e tutto è risolto: «A Catania funziona accussì», dice chi assiste alla scenetta.