«Noi vogliamo gente che lotta». Tifosi: critiche all’arbitro ma pure al Catania

Ettore Attanasio e Marco Di Mauro

«U stadiu soffri e vinci a so pattita», cantano gli altoparlanti del Cibali. Una canzone benaugurante per la sfida tra Catania e Matera, nella quale i rossazzurri si giocano il sorpasso al Trapani e l’avvicinamento al Lecce. Eppure, per il posticipo della domenica sera, al Massimino, non c’è il grande pubblico.

I pareggi di Trapani e Lecce, nelle gare del pomeriggio, rendono ancor più denso di significato, per il Catania, riuscire a vincere contro la formazione lucana. I circa 8mila presenti allo stadio ne sono perfettamente consapevoli, anche se il freddo sembra stemperare seppur di poco gli animi ribollenti di ambizioni promozione.

La sconfitta contro il Trapani, forse ha lasciato qualche scoria. Il tifo non manca, come al solito. Spinto dalle voci delle due curve, che tuttavia appaiono meno gremite rispetto alle ultime gare. Di certo, entrambe, sentono la mancanza di Giovanni. Ultra venuto a mancare durante la settimana. La Nord lo ricorda, esponendo uno striscione nel corso del primo tempo.

A metà della frazione di gioco, un boato. Curiale va in gol, ma la rete è annullata per fuorigioco. Eppure, anche dalle tribune, la posizione dell’attacante rossazzurro pareva in linea a dispetto di quanto visto dal guardalinee. Sensazione confermata dalle immagini televisive. Questo, unito ad altri episodi del primo tempo, scatena i fischi verso l’arbitro Perotti al fischio dell’intervallo.

Tanto è atteso il gol del Catania, che il vantaggio del Matera gela il pubblico più dell’aria fredda di dicembre. Il palo colto da Giovinco pare il simbolo di una squadra che ha perso lucidità. Il pareggio improvviso di Curiale, dopo pochi minuti, rimette il risultato in equilibrio e riaccende gli animi dei tifosi e le speranze d’alta classifica negli ultimi 20 minuti di partita.

Alla fine però, l’infortunio di Lodi, che costringe il Catania in 10, pare il presagio di un obiettivo che pare tanto vicino quanto irraggiungibile. Al fischio finale, gran parte del pubblico è già fuori dal Massimino. «Noi vogliamo gente che lotta», urla la Nord ai giocatori. Per poi rivolgere le sue attenzioni verso l’arbitro, beccato da fischi e insulti fino al suo rientro negli spogliatoi. A fine gara Lucarelli lamenterà degli insulti ricevuti dai suoi calciatori dal pubblico amico.