«Debiti, non-derby, serie A, e Lodi». Lo Monaco su tutto e contro tutti

fonte: calciocatania.it
Redazione

MASCALUCIA – Prima della sfida contro il Messina, prevista domenica al San Filippo, dal quartier generale del Catania parlerà solo l’amministratore delegato Pietro Lo Monaco. Una formula già sperimentata, nel corso anche di questa stagione, in previsione di partite ritenute particolarmente importanti dalla dirigenza del club etneo. Lo è anche il derby col Messina, prima trasferta del nuovo corso tecnico che proprio nelle gare esterne è chiamato a capovolgere il rendimento finora deludente dei rossazzurri.

Se il Catania si è trovato dalla serie A alla Lega Pro in tre anni, significa che sono stati commessi degli errori che in primis hanno colpito i tifosi, che questa squadra la sentono dentro come pochi altri. Da quando è successo il fatto, tutti hanno avuto una colpa, ognuno nel suo ambito. Se a questo aspetto accoppiamo le vicende giudiziarie, il quadro si fa più fosco.

Difficoltà economiche, ambizioni sportive
«Il Catania è continuamente sull’orlo del fallimento per via dei problemi debitori. Già in tempi passati dissi che il centro sportivo sarebbe stato la forza e il sostegno del Calcio Catania. Se il Catania dovesse vincere il campionato dei conti e del risanamento, sarebbe pari ad avere vinto la finale di Champions League. È un tormento giornaliero, come stare con una corda al collo che si stringe e si allarga. La situazione debitoria del Catania è pesante e va considerato pure che siamo in Lega Pro. Sono difficoltà che avrebbero ammazzato chiunque. Invece noi andiamo avanti cercando di conciliare a questo discorso anche un discorso tecnico. Non siamo assolutamente soddisfatti del campionato fino a qui disputato anche se abbiamo fatto ben 43 punti».

La sfida di domenica, contro il Messina
«Catania e Messina sono separate da 20 punti di differenza, sono tanti. Sarà una bella partita. Noi, tra l’altro, li abbiamo fatti nelle difficoltà. Abbiamo un obiettivo, quello dei playoff, ci siamo dentro e non l’abbiamo più mollato ma resta il rammarico perché se domenica avessimo vinto saremmo stati sesti in classifica. Per noi sarebbe stato un traguardo. Continuiamo a lottare per dimostrare che non vogliamo mollare un a virgola. Non lasceremo nulla di intentato. Dal punto di vista dell’organico penso che poche squadre hanno l’organico del Catania. Siamo insoddisfatti perché pensavamo di poter portare qualche punto in più ed esprimere più pienamente il potenziale della squadra».

La polemica con Franco Proto, nuovo presidente del Messina
«Dopo avere tentato di prendere lo Scordia e il Gela, Proto dice di essere riuscito a prendere una piazza a lui gradita. Faccio gli auguri a Proto. Gli auguro di avere la forza di spendere gli stessi soldi che ho speso io nel Messina. Naturalmente li spenderà meglio di me, considerato che sostiene di essere un vincente. Io ho vinto solo 12 campionati nella mia carriera, dalla serie D alla serie B. Ognuno può sostenere qualsiasi cosa, ma è la storia che parla per noi. Gli faccio un solo appunto, a Proto. Dire che dopo Franza non c’è stato niente, mi sembra azzardato. Ricordo a Proto che, con le mie modeste capacità, non essendo un vincente come lui, ho vinto due campionati col Messina e gli ho lasciato la squadra in Lega Pro. Quando arrivai a Messina la squadra non era neanche in condizione di iscriversi al campionato. Sono andato via da Messina per una mia scelta, lasciando 600mila euro di debiti. Il calcio è diretto alla gente. Se la gente non compra e non è presente, è disamorata e non sente la squadra bisogna prenderne atto. Certe dichiarazioni, fatte in determinati momenti, dimostrano che certuni hanno la faccia come il culo. Ricordo che io ho dato il Messina a zero euro. Anzi, ho anche pagato certe persone che adesso dicono di non avere preso un euro».

L’atmosfera al San Filippo, domenica
«A Messina stanno preparando la partita della vita. Logico che sia così quando si affronta una sfida contro una squadra che ha fatto 20 punti in più. Per me non è un derby. Ma è una partita importante che affronteremo tenendo presente che noi ci chiamiamo Catania. Il nostro derby è col Palermo. Ogni partita mette in palio tre punti e noi dobbiamo affrontarla al massimo. La città di Messina, chiamata a raccolta, troverà una squadra rossazzurra pronta ad affrontare l’atmosfera. Il campo sarà giudice supremo di quello che sarà fatto. Si sta cercando di eliminare il gap tra le due squadre alimentando delle tensioni prima della partita. Mi auguro che da un punto di vista psicologico le ultime due partite non abbiano lasciato strascichi. Ad Agrigento abbiamo perso come peggio non avremmo potuto fare. Abbiamo consegnato i tre punti all’avversario. Perdere così è stato peggio che aver perso. Mi auguro che non abbia lasciato strascichi. Spero che potremo affrontare la sfida col Messina ad armi pari, almeno per atteggiamento in campo».

Le parole di Pitino, ex direttore sportivo del Catania
«Nessuno ha fatto i miracoli. È strano che l’anno scorso il Catania, in difficoltà economica, avesse tre direttori sportivi: Bonanno, Ferrigno e Bonanno. Pitino non ha mai curato la parte amministrativa del club. L’anno scorso il Catania ha speso 4milioni di euro. Si sono salvati all’ultima giornata per un palo. C’erano contratti elevati: per Calil 308mila euro l’anno senza contare la procura. Quella di Pitino è stata un’intervista poco opportuna. Il Catania ha pagato per le tarantelle sugli arrestati, che Pitino ha tirato fuori. Noi non ne vogliamo più sentire di queste cose. Ci hanno rotto i coglioni. Perché Pitino ha tirato fuori queste cose prima di una partita come quella col Catania? Perché non parlava subito? Sul suo contratto dico che era in scadenza».

Le parole dell’ex questore di Catania, Cardona
«L’ex questore Cardona ha perso l’occasione per stare zitto quando parla delle problematiche di Finaria. Lui non è nessuno per stabilire le problematiche del gruppo né le necessità ipotetiche di una nuova dirigenza. Tra l’altro la proprietà attuale non ha mai nascosto di volere vendere il Catania. Questo signore dimostra ignoranza delle cose. È stata una cosa squallida la sua intervista. Prima, tra l’altro, considerava i tifosi del Catania in un determinato modo. e ne parlava in un determinato modo, adesso li incensa».

Il Catania, i debiti e la serie A
«Sono andato via da Messina rimettendoci soldi, senza prendere un euro. E sono andato via da Palermo strappando un contratto da cifre alle quale non crederebbe nessuno. Mi ritengo l’ultimo dei Mohicani in questo senso. A me interessa solo il Catania. È la sola cosa che ho in testa, probabilmente sarà l’ultima cosa che da un punto di vista professionale occuperà la mia carriera. Mi auguro che la proprietà trovi le risorse per potere fronteggiare e ripianare i debiti, che sono un macigno che abbiamo sulla testa. Vogliamo riappropriarci del nostro territorio, il Catania deve tornare in serie A. Non so quanto tempo servirà ma il Catania deve tornare in serie A».

Petrone
«Abbiamo un organico che permette di giocare con la difesa a tre come con la difesa a quattro. Contro il Taranto ha schierato la squadra in un certo modo, dettato magari dalle partite che aveva visto in tv. Contro il Messina ci saranno dei correttivi dovuti alla maggiore conoscenza del gruppo. Il Catania potrebbe giocare con Pozzebon e Tavares insieme. Con la sfrontatezza giusta potrebbe giocare anche col 4-2-4. Credo che il bravo allenatore debba rinunciare ai suoi dogmi per adattarsi alle caratteristiche della squadra che ha in mano. Abbiamo il dovere di arrivare ai play off con una squadra forte, non tanto per giocare qualche partita in più in estate. Se non fossimo competitivi sarebbe meglio non partecipare. La squadra non ha più alibi. Se non riuscirà ad esprimere il suo potenziale questo sarà segno di problemi strutturali che dovremo andare a curare per il prossimo campionato».

Montella
«Il solo fuoriclasse del Milan, in questo momento, è Montella. Credo sia il miglior tecnico in Italia per capacità di esprimere il lavoro sul campo. Ma poi ci sono anche altre capacità che fanno grande un allenatore. Mourinho era bravissimo a scaricare il gruppo dalle tensioni, ma non era il massimo per quel che riguarda l’espressione del lavoro in campo. Conte è invece un allenatore che riesce a unire queste due caratteristiche».

Lodi
«Torre del Grifo è casa di Lodi. Lui ci ha chiesto di allenarsi e non ci saranno problemi. Dalla prossima settimana Lodi si allenerà con noi. Mi spiace che l’Udinese abbia fatto questa pantomima. Se si fosse messa d’accordo col ragazzo, entro l’ultimo giorno utile di calciomercato, gli avrebbero permesso di giocare in questi ultimi mesi. Noi avevamo già un contratto firmato col ragazzo, che adesso non avrà la possibilità di giocare fino al prossimo campionato».

Rigoli
«L’esonero di Rigoli è una sconfitta per la società. Abbiamo proceduto all’esonero con la morte nel cuore. Non posso dire che Rigoli abbia lavorato male. È stato sempre sul pezzo, per lui il Catania era un’esperienza importante ed è anche tifoso. Mi sarei augurato di non arrivare mai all’esonero. Anche in passato abbiamo fatto scelte che potevano non essere comprensibili. Una volta esonerai Giampaolo per un motivo preciso, perché il Catania veniva prima di ogni altra cosa anche se si trovava a centro classifica. Un vincente è chi raggiunge gli obiettivi, non chi arriva primo. Si può essere vincenti anche nel raggiungimento della salvezza».

Pozzebon, Anastasi e Silva
«Anastasi e Silva, che si sono inseriti bene a Messina, sono ancora calciatori del Catania. Pozzebon ha fatto bene a Messina. Quella di venire a Catania per lui è stata una scelta chiara, di carriera nel venire a Catania. La società era d’accordo. Non so se la gara del San Filippo farà scattare in lui una spinta in più. Io, per esempio, facevo sempre gol alle mie ex squadre».