«2° posto non è obbligo». Lucarelli: «Penalizzati da episodi e torti arbitrali»

Redazione

MASCALUCIA – All’antivigilia della sfida tra Catania e Rende, ultima giornata di campionato e determinante per l’assegnazione del secondo posto, Cristiano Lucarelli risponde  alle domande dei cronisti.

Cristiano Lucarelli
«In termini di risultato, sicuramente i senatori non hanno dato quello che ci si aspettava. Quella di domenica era una partita a sé. Secondo me, al di là di tutto, sono venuti meno gli episodi. Nel calcio sono quelli che determinano il risultato sia in una buona che in una cattiva prestazione. Abbiamo valutato la gara, quello in cui abbiamo sofferto e quello in cui abbiamo fatto bene. E valutiamo anche il risultato. Dal punto di vista esterno la prima cosa che si analizza è il risultato e da quello si traccia il giudizio. Noi abbiamo studiato per fare altro, partendo dalla prestazione della squadra. Secondo me, nelle tre partite in cui sono venuti meno i risultati, che non sono stati all’altezza delle aspettative. Dico che contro la Juve Stabia c’è mancato solo il gol, di occasioni ne abbiamo avute parecchi. Nella “grandissima prestazione” del Trapani, abbiamo subito una sola occasione su colpo di testa e i due gol avvenuti per errori nostri. Nel secondo tempo siamo esistiti solo noi, c’è mancato solo il cazzotto del ko. Domenica scorsa, contro la quarta in classifica per punti ottenuti sul campo e con un allenatore tra i più bravi della C, l’abbiamo costretto snaturarsi. A giocare in contropiede. A 8 minuti dalla fine, considerando che il pareggio non serviva, siamo andati alla ricerca della vittoria anche perché la sconfitta non avrebbe lasciato grandi problemi. Saputo il risultato che stava maturando a Trapani, abbiamo provato ad andare all’assalto per trovare il colpo del ko. Nel primo tempo abbiamo creato situazioni a ripetizione. Abbiamo sbagliato tanto in fase di realizzazione. C’è mancato solo il colpo del ok nelle partite cruciali. E forse la sfortuna di non avere il nostro bomber principale al 100%. Secondo me avrebbe potuto concretizzare tutto quello che siamo riusciti a creare. Al di la della rabbia che si può avere, questa è la realtà dei fatti: che gli episodi non ci sono stati favorevoli. Non voglio prendere alibi. Ma un conto e andare in vantaggio dopo 7′ e far andare il Matera in 10, un altro è andare in svantaggio. Noi non vogliamo trovare alibi, però se si fa finta che dal punto di vista arbitrali non si dice che abbiamo subito torti gravi in partite decisive… litighiamo tra di noi. Va bene. Un tempo la stampa insorgeva compatta davanti a errori gravi. Ritornatemi i  punti con Bisceglie e Matera, e vediamo che la squadra sarebbe arrivata all’ultima curva, in una certa maniera. Il campionato non sarebbe stato perso».

«Quest’anno abbiamo lavorato su due moduli, che ci hanno portato a lottare fino all’ultimo con Trapani e Lecce. Non abbiamo mai accantonato né l’idea del 4-3-3 né del 3-5-2. Abbiamo il dovere di esaminare tante situazioni legate ai due moduli. Con squadre di medio-alta classifica che giocavano col 3-5-2, col 4-3-3 soffrivamo un po’. In prospettiva dei play off, si parla di una competizione completamente diversa e anomala. Ci si porta poco di quello che è stato l’andamento della stagione. Non si possono fare calcoli. Ogni partita è questione di vita o di morte, si vince o si perde. Troveremo squadre che se la devono giocare. Trovando squadre forti, dovremo anche noi portare degli accorgimenti laddove si possono intuire dei problemi. Lo fa Allegri alla Juventus, Di Francesco alla Roma. È giusto che anche noi stiamo attenti a valutare l’avversario in base alle nostre caratteristiche. Dobbiamo essere bravi a limitare i difetti che abbiamo. Dobbiamo essere bravi a mascherare i difetti e valorizzare i pregi. Non abbiamo mai abbandonato la possibilità di giocare col 3-5-2 a maggior ragione nei play off. L’anno scorso ho seguito il Parma e nonostante non fosse bellissimo da vedere, è stato concreto e ha conquistato la promozione. Non daremo niente per scontato. Prepareremo ogni turno con la massima pignoleria. In questo abbiamo bisogno della massima collaborazione dei nostri giocatori».

«Dobbiamo svoltare e andare avanti. Non si può tornare indietro. Prendiamo quanto di buono abbiamo fatto ed eliminando quanto di non buono visto. Dobbiamo crescere, eliminare la delusione della mancata possibilità di andare in B direttamente. Resta un campionato importante, e dobbiamo ricordarcelo anche se ci viene riconosciuto più fuori Catania che a Catania. Bisogna resettare tutto dal punto di vista mentale e fisico. Abbiamo speso tantissimo nella rincorsa al Lecce. Abbiamo messo in campo tutte le nostre risorse possibili. Dobbiamo far rifiatare qualcuno e recuperare altri giocatori. I cambi di Matera erano funzionali a questo. Si è speso tanto per riavvicinarsi al Lecce. Adesso dobbiamo recuperare chi ha giocato meno nelle ultime partite. Vogliamo arrivare ai play off con tutti e 24 i giocatori a disposizione. Ho ruotato tutti, tutti hanno giocato dalle 20 alle 30 partite. Sono stato coerente con quanto detto, ovvero che questa squadra abbia 24 titolari».

«Mi sono azzardato a parlare di emotività della squadra di fronte a una cornice di pubblico straordinaria, ed è stato scritto che io ce l’avevo coi tifosi. È un argomento delicato. C’era un giocatore con cui giocavo, che io lo vedevo durante la settimana e mi chiedevo come facesse a non giocare con una grande squadra. Era impossibile prenderlo. Alla domenica, non c’era mai come in allenamento. Giocatori di questo tipo ce ne sono tanti. Sono i giocatori del giovedì. L’emotività esiste dappertutto. Ha due facce. Quella positiva è quella che ti fa giocare alla grande quando si è in vantaggio e le cose vanno bene. L’emotività negativa è quella che di fronte alle difficoltà ti fa fare fatica. In casa a volte abbiamo rimontato ma spesso abbiamo preso due gol in poco tempo. Contro il Trapani l’emotività negativa ha giocato un brutto scherzo. Purtroppo sta nelle cose. Quando perdo preferisco che si parli dell’allenatore e non della squadra. Sono uno che cerca sempre di togliere la squadra dal diluvio universale e mettermi in prima linea. Credo che abbia dei rivolti positivi. Noi dobbiamo lavorare molto sull’aspetto mentale. Molte squadre in A hanno il mental coach. Ricordo Italia-Francia a San Siro. Sono entrato in campo con 85mila persone, la partita è finita 0-0. Io nel calcio non ho mai avuto paura di nulla. C’è stata quella partita lì, in cui sono entrato a 25 minuti dalla fine, mi è sembrato di non avere mai giocato a calcio. Eppure ero stato capocannoniere in serie A, venivo da 75 gol in campionato in tre anni. Ha prevalso l’emotività negativa. Non mi sentivo a mio agio. Dopo 15 minuti mi sono sciolto. Ci può stare. Ma quanti studenti, prima di una laurea, hanno studiato ma fanno scena muta? Non posso escludere che questo accada. Giocare tante volte dopo il Lecce non è semplice, lo dice anche Sarri. Il Napoli lo scudetto lo ha perso nel ritiro prima della partita con la Fiorentina. Speravo vincesse l’Inter. Noi abbiamo giocato tante volte dopo il Lecce e non è semplice. Tant’è che tante squadre in A hanno una figura professionale vera e propria che si occupa di questo aspetto. L’allenatore può arrivare fino a un certo punto. Io non posso escludere che in quella partita lì l’impatto sia stato incisivo. L’emotività c’è stata, ma dire che io me la sia presa coi tifosi non è deontologico per un giornalista».

«Spesso sono stato criticato perché ho cambiato molto ma l’intelaiatura della squadra è rimasta sempre la stessa. Abbiamo cambiato qualcosa a seconda dell’avversario. Dobbiamo capire che siamo una squadra forte e che gli altri devono avere più preoccupazione di noi, quando li incontriamo. Ai play off troveremo squadre che se la devono giocare per forza, e questo può essere un vantaggio per noi che in condizioni in cui l’avversario se la gioca, ci siamo sempre esaltati. Negli ultimi 30 metri di vuole spensieratezza e capacità di prendersi responsabilità. È il motivo per cui l’atteggiamento della partita con Trapani, in cui è stato detto che io avrei detto alla squadra di stare rintanata nella metà campo. Avevo solo detto alla squadra che Drudi, Pagliarulo e Fazio non sono veloci mentre noi avevamo attaccanti veloci. Quindi ho chiesto di giocare sugli spazi. Non ho detto di stare rintanati nella metà campo. Ho detto di stare 10 metri più dietro rispetto al solito, anziché fare uscire le nostre mezze ali sui quinti. Ho detto di limitare le corse di Mazzarani e Lodi, di fare uscire i loro centrali e che Barisic e Manneh fossero pronti ai passaggi. Infatti il Trapani ci ha creato difficoltà solo quando ha lanciato lungo su Evacuo, e teneva palla 5-6 secondi per accorciare la squadra. Col Trapani ho fatto zero punti ma dal punto di vista delle prestazioni non c’è stata partita. Lascio i primi 30′ del primo tempo».

«Semenzato era in crescita. A un certo punto Esposito non correva più. Il Matera non è mai stato eccellente sui calci piazzati ma abbiamo sofferto tantissimo. Avevamo bisogno di centimetri, c’era caldo e le forze non sono più quelli di inizio campionato. Quando vedo in calo Esposito, devo mettere un altro terzino destro. Penso di avere fatto un cambio normale. Io purtroppo devo decidere in quel momento, non col senno del poi. Quando ho visto i play off, e mi hanno prospettato l’acquisto di Semenzato, ho detto di prenderlo subito. Forse lui ha sofferto di più certe situazioni psicologiche. Ci serve per i play off. I giocatori non sono taxi. Vanno preparati mentalmente per una competizione e lo si prepara facendolo giocare. Il calciatore non è una macchina, è un essere umano. Domenica ho fatto una squadra per dare minutaggio a chi ha giocato prima».

«Il Rende, dopo di noi, è la squadra che ha vinto di più in trasferta. Questo ci deve tenere svegli ma non stressati. Se dobbiamo arrivare stressati, sabato sera meglio andare a ballare. La voglia è quella di concludere il campionato a 70 punti. Meritiamo di concludere il campionato in una certa maniera. Non mi faccio una malattia di arrivare secondo o terzo. Mi interessa di più risolvere i problemi psicologici. Arriveremmo meglio. Arrivare secondi ci far star fermi 24 giorni, anche se permette di entrare alle semifinali. Sono tanti 24 giorni fermi a fine campionato. Noi dobbiamo chiudere bene perché ce lo meritiamo bene, per tutto quello che abbiamo fatto».

«Giriamo pagina, facciamo i complimenti al Lecce. Nella mia vita ho perso spesso, e so quanto fa star male. Non ha più logica starci male. Bisogna preparare una nuova competizione. I play off sono una nuova competizione. Vince chi ha più possibilità di arrivare a quell’appuntamento con tanto entusiasmo, dobbiamo ritrovarlo. Ho preso un impegno coi tifosi, che vennero in una 50ina a parlare nel garage. La faccia ce la metto io. Io ci sono quando le cose vanno male. Un allenatore deve fare questo. Deve difendere i giocatori».

«Sono convinto che quando andrò via da Catania mi apprezzerete più di quanto non mi abbiate apprezzato finora. Contro la Sicula Leonzio abbiamo perso perché ho sbagliato ad andare dietro a quello che dicevano tifosi e società, ovvero di osare qualcosa di più in attacco. Ho schierato una formazione più offensiva e abbiamo perso».

«Se Russotto è stato utilizzato a piccole dosi c’è un motivo. E’ stato l’unico giocatore che ho chiesto restasse. Anche per Rossetti vale la stessa cosa, va gestito. Spero di recuperare anche Caccavallo».

«Non avevo tutte queste certezze di arrivare in fondo al campionato. Era tanto tempo che a Catania un allenatore non iniziava e chiudeva il campionato. Se Lo Monaco ci ha confermato, come staff, è perché la stagione è stata fatta da tanti record. Se anche dovessimo perdere domenica, saremmo il secondo miglior Catania della storia per media punti anche superiore a quello che è andato dalla B alla A. E questo credo che abbia un bel valore. Siamo tornati dopo tanti anni a lottare per il vertice. Comunque vada per me è stata una stagione di grande crescita. Allenare il Catania è difficile, molto intrigante e bello ma pure molto difficile. La sola certezza è che io col Catania ho un  altro anno di contratto. Fuori da Catania questa stagione è stata apprezzata molto. Alcune squadre di A hanno chiesto informazioni sui nostri giocatori. Nessuno escluso, abbiamo bisogno di stra tutti uniti».