STAMPA – Lucarelli e Petrone, umori diversi

Redazione

Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Lucarelli amaro «La sconfitta è colpa mia» (Corriere dello Sport)

“«Mi assumo la paternità della sconfitta, perché sapendo che Da Silva era già ammonito dovevo sostituirlo », così esordisce Cristiano Lucarelli in sala stampa, motivando la sconfitta nel derby col Catania. Poi l’allenatore del Messina aggiunge che: «Abbiamo dominato per tre quarti di gara, sprecando anche occasioni per raddoppiare e nel finale ci siamo fatti bucare due volte dai nostri avversari. Nel primo tempo, nonostante piovesse forte, c’è stata una sola squadra in campo e il loro portiere è stato bravissimo in almeno tre circostanze. Nella ripresa, dopo il vantaggio di Milinkovic e con l’uomo in più, le cose si erano messe bene, ma l’espulsione di Da Silva ha cambiato la gara. Nel calcio gli errori si pagano, possiamo discutere se la sconfitta sia meritata o meno, ma alla fine resta e speriamo non porti conseguenze. Oggi il Dio pallone ci ha messo lo zampino. Tutta questa differenza tra noi e loro non si è vista assolutamente ».

Messina-Catania, il rimpianto e la gioia Lucarelli: «Colpa mia». Petrone: «Bravi» (La Gazzetta dello Sport)

“Il Messina si morde le mani, il Catania fa il pieno di gioia per un colpaccio nel derby 16 anni dopo. Davanti ad oltre 6.000 spettatori una gara avvincente, colpi di scena e finale a sorpresa. Per tre quarti di gara, infatti, il protagonista è il Messina che, approfittando di una espulsione arrivata troppo presto (Gil perde un corpo a corpo in velocità con Anastasi e viene cacciato all’8’), congela il pallone, si affida ai guizzi di Milinkovic e sfrutta il vantaggio numerico in mezzo al campo per non rischiare mai. «Con il sacrificio di Russotto che si è abbassato sulla linea dei difensori spiega Mario Petrone – abbiamo trovato equilibrio anche senza altri cambi in difesa. Abbiamo annullato così l’effetto dell’uomo in meno restando compatti».