STAMPA- Marino: «Il mio Catania era una Ferrari”

Redazione

Gazzetta dello Sport

Fonte: AlbaniaNews

«PALERMO IN A ENTRO DUE ANNI MA A CATANIA NE BASTÒ UNO…» (Gazzetta dello Sport)

“L a villa di Marsala è l’ideale per riposarsi. E’ un’estate che Pasquale Marino ricorderà a lungo, tra gioie, dolori e movimentate svolte professionali. Guardando il mare azzurro, con il profumo dei limoni e l’isola di Favignana sullo sfondo, con l’immancabile vice Massimo Mezzini e l’amico Totò Di Natale (che cerca di avere ancora a fianco, comeaLa Spezia)in arrivo con gli schemi e le caratteristiche dei giocatori da studiare. Perché il calcio, in fondo, è un bel rifugio, per di menticare la morte del suocero avvenuta subito dopo la sconfitta nei playoff col Cittadella. E poi domani si sposa Martina. 3Emozionato? «Sì, pensiamo alle cose felici, un po’ di emozione ci sarà. I miei amici dicono che la lacrima non è nemmeno quotata» 3Avevamo detto che avremmo parlato di calcio. Se le diciamo Milazzo, Ragusa e Paternò cosa le viene in mente? «La gavetta. Io l’ho fatta, e aiuta. E’ difficile andare dalle elementari al liceo direttamente. A 35 anni ho smesso di giocare a Catania e senza riflettere un mese e mezzo dopo ero sulla panchina del Milazzo». 3Più avanti arriverà il Catania, dal 2005 al 2007, con promozione in A e salvezza. «Avevo una Ferrari ed ero neopatentato: avevo due anni per andare inA, ne è bastato uno». 3E adesso il cerchio si chiude. «Non è poco. Da siciliano mi devo ripetere. Anche qui ho due anni di tempo». 3Cosa ha pensato quando l’ha chiamata una proprietà che non era sicura di iscriversi? «Avevo chiuso da pochi giorni il rapporto con lo Spezia. Mi ha cercato Lucchesi, mi ha chiesto di aspettare qualche giorno. Quando ci siamo visti mi ha rassicurato che tutto sarebbe stato sistemato. L’unico problema è stato parlare di giocatori: qualcuno era preoccupato per l’iscrizione, qualche occasione l’abbiamo persa (Sampirisi, ndr), ma adesso non ci sono più dubbi» […]Magari la Sicilia le porta bene, visto che a Catania… «Lavorare a casa mi trasmette entusiasmo, ma anche responsabilità. Da siciliano so cosa significa allenare il Palermo».

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