Calciomercato deludente, ma la salvezza è tutta da giocare

Marco Di Mauro

Inutile rimandare il giudizio alla fine del riepilogo. Il calciomercato di riparazione del Catania è stato deludente. Attenzione, ciò non vuol dire che lo sarà di conseguenza anche il campionato del Catania. Quanto successo all’ATA Quark di Milano e quanto succederà d’adesso in avanti sul campo di gioco restano avvenimenti ben distinti sebbene parte della stessa realtà.

Il calciomercato del Catania non è deludente perché la dirigenza non è riuscita a comprare un attaccante. Magari Bergessio, in campo, d’ora in avanti farà goal a grappoli. O magari esploderà Leto. Ma deludente lo è, e lo resterà a prescindere dal rendimento degli attaccanti, perché si è fatto di tutto per comprare una prima punta. Segno di un problema individuato e da riparare. Ma non si è riusciti a combinare nulla. Tanti nomi, tante trattative, altrettanti sorpassi all’ultima curva: Floccari, Belfodil, Giannetti le trattative più concrete. Meggiorini, magari solo un nome. Non importa la consistenza del giocatore, né quel che farà. Conta l’intenzione, e la mancata capacità di realizzarla.

Stessa sorte per l’esterno sinistro. Magari Fedato farà benissimo, sarà la rivelazione della seconda metà del campionato. Ne ha le possibilità. Ma resta un giocatore portato a Catania dalla gestione Gasparin, e che pare un ripiego se, da sempre a porta di mano, si è atteso l’ultima giornata e si è tentata ogni altra via prima di rivolgergli attenzione. Centurion era ad un passo, poi è venuta fuori la clausola che ne ha impedito il trasferimento. Non Ovelar, non Sestu, non Lazarevic. Vale quanto già detto. A prescindere dalla consistenza della trattativa, resta l’intenzione che non si è riusciti a trasformare in azione e la valutazione errata ad inizio anno che Castro, un centrocampista, potesse esser l’erede di Gomez e che Leto, fermo da due anni, potesse in breve recuperare la forma che Barrientos, arrivato a Catania fermo da un anno e tre mesi, ha recuperato in due anni.

Partendo dal presupposto che agire nel mercato di ‘riparazione’ equivale ad ammettere errori commessi in estate: via Tachtsidis per Lodi, bene ma è un altro giocatore passato già da Catania, portato nel Gennaio 2011 da Lo Monaco. Via Guarente, al Chiero Verona. Via Freire, rescissione. Via Lopez, rimasto a Catania più del dovuto. Ma sull’argentino l’errore fu commesso quando si decise di cederlo non a titolo definitivo, come chiesto dalla Sampdoria (ed ottenuto dal d.s. Salerno), ma in prestito con obbligato rinnovo del contratto (come preferì Gasparin). Qualche milioncino in più e qualche problema in meno avrebbero fatto comodo. Via anche Andujar, che esce dalla porta ma rientra dalla finestra. E’ rimasto Monzon, pagato 3,3mln in estate ma che in maglia rossazzurra ha raccolto solo voti bassi.

Plasil andrà a scadenza prestito a fine anno, come a scadenza andranno Keko ed Alvarez. La strategia della società è quella che “nessun giocatore sarà impiegato con un contratto in scadenza”; se la necessità dovesse imporre una deroga, per il bene del Catania, non sarà un peccato, ma resta un altro errore nella misura in cui non si è riusciti ad attuare neanche questo punto del programma provvedendo ad adeguati innesti come alternative. Boateng, è valso Barisic?

Restano all’appello tre soli nomi: Peruzzi, Rinaudo e Biraghi. Il difensore argentino, sebbene arrivato infortunato mostra una confortante crescita che, proprio perché in un ruolo delicato tatticamente, lascia intravedere capacità importanti. Con Rinaudo a centrocampo, che ha soppiantato Plasil, il Catania ha trovato il lottare che gli serviva. Un’arma da guerra perfetta per l’obiettivo salvezza. Biraghi è un Under 21 azzurro, e si vede. Restano queste le uniche note liete di un calciomercato fatto di buona volontà ed ingenti investimenti in estate; tanta obbligata oculatezza ai bilanci e troppi obiettivi (anche per questo) sfumati in inverno.

Detto ciò, chiuse le porte dello spogliatoio, Maran ed i suoi ragazzi dovranno fare il massimo con le forze a loro disposizione. Il Catania non si presenta rinforzato dopo il calciomercato invernale, almeno non secondo le attese. Rinforzato lo è, invece, a prescindere dalle attese perché potrà contare su meno giocatori demotivati ed alcuni ragazzi, noti o meno noti, pieni di voglia di dimostrare il proprio valore e riconquistare punto su punto ciò che al Catania rischia di sfuggire.

Il ricambio progettato è fallito. Per una squadra che vive di plusvalenze sarà un problema ancor più in futuro, quando vendere sarà necessario. Il giudizio, almeno dall’esterno è chiaro. Cosentino sarà certo una risorsa economica per il Catania, ma non lo è stato per il calciomercato. Ma il Calciomercato adesso è chiuso.  Il campionato invece è ancora aperto. La salvezza è tutta da giocare e da conquistare, partita dopo partita, con l’apporto di gente motivata: in campo e sugli spalti.

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