«Catania, più carattere che qualità»: parla Legrottaglie, ospite al Massimino

Marco Di Mauro

A quasi un anno di distanza dal pareggio del suo Akragas contro il Catania, per 1-1, Nicola Legrottaglie ritorna allo stadio Angelo Massimino. Stavolta non in campo, a prendere come avvenne allora gli applausi del pubblico che è stato suo. «Ero in città con la famiglia, ho saputo che c’era la partita e non ho resistito alla tentazione», dice a MondoCatania. Lasciata tempo fa la panchina degli agrigentini, in attesa di una nuova proposta, si accomoda in uno dei box che dalla tribuna Vip affacciano sul terreno di gioco dove ha vita l’incontro con la Paganese.

L’ex difensore rossazzurro pare spettatore interessato, anche se si perde sia il calcio d’inizio che il fischio finale della partita. Tanto che la prima domanda è lui a farla, appena viene intercettato: «È finita 2-1?», sì. Avuta conferma del risultato, i ruoli tra intervistato e intervistatore si ristabiliscono: «La partita dava l’impressione di potersi sbloccare da un momento all’altro – spiega – e che ognuna delle due squadre avrebbe potuto vincerla con uguale probabilità». Una gara aperta, in cui Legrottaglie lascia intendere che si aspettasse il vantaggio ospite «Ho visto un’ottima Paganese, ha giocato molto bene».

Alla fine però ha avuto la meglio il Catania, «che è stato molto bravo a rimediare al gol di Reginaldo. La buonissima reazione avuta dai rossazzurri mi ha dato l’impressione di una squadra molto caratteriale». Durante i 90′ più recupero, per non perdere le abitudini di allenatore, ha preso qualche appunto anche sulla squadra di Rigoli: «L’ho vista un po’ timorosa, deve sbloccarsi». Un verbo, quest’ultimo, usato di recente anche dal suo collega: «Serve più tranquillità – continua Legrottaglie – i calciatori devono prendere consapevolezza che sono forti e che possono disputare un ottimo campionato».

Il Catania costruito da Lo Monaco e allenato da Vincenzo Montella, in cui Legrottaglie giocò la sua prima stagione in rossazzurro, a parte nomi e categoria aveva un piglio diverso: «In casa il Catania dovrebbe avere più dominio della palla, forse questo aiuterebbe di più i calciatori ad avere maggiore personalità e minor timore», sostiene l’ex difensore. Un grande sostegno, in tal senso,  anche domenica è arrivato dagli spalti. «Sono convinto che con il pubblico a favore il Catania è in grado di far tremare pure le squadre di vertice». Come accaduto contro il Lecce, che al Massimino ha perso l’imbattibilità.

Il timore annotato sul suo taccuino, forse si riferisce alla fase offensiva dei rossazzurri, che spesso – in fase di ripartenza – è stata sostenuta solo dai tre attaccanti. «Per proporre inserimenti da centrocampo c’è bisogno di mezz’ali con gamba che in questo momento, secondo me, al Catania mancano. In campo ho visto centrocampisti di contenimento ma con poca qualità, che tendono a mantenere la posizione piuttosto che attaccare lo spazio – spiega – Quindi è più difficile che, nella ripartenza, uno di loro possa arrivare a chiudere l’azione. Può accadere a squadra schierata, invece, come dimostra il gol di Biagianti».

Nella seconda pagina del taccuino ci sono i nomi dei calciatori che, secondo Legrottaglie, si sono distinti tra gli altri. Il primo della lista «è Cicerelli, della Paganese. Nel Catania invece ho notato Di Cecco e Djordjevic: un buon terzino sinistro, ha fisico e gamba». Più critico il giudizio su Paolucci: «Ha giocato poco con la squadra, è rimasto nell’ombra ma si sa… lui è uno di quelli che alla prima palla che tocca fa gol». O per lo meno è tornato a essere così dopo un periodo di lunga astinenza e panchina per l’attaccante, che Rigoli ha riproposto titolare proprio contro la Paganese.

«Fa fatica a giocare coi compagni – continua Legrottaglie a proposito del numero 9 – Anche fisicamente, credo, debba ancora entrare al passo col resto della squadra ma, piano piano, è un calciatore che può dare una grande mano». I gol dei centravanti servono, eccome, per raggiungere l’obiettivo fissato dalla società. «Il Catania ce la farà sicuramente a centrare i play-off – pronostica l’ex difensore rossazzurro – Non vedo altre squadre meglio attrezzate, che possano ambire a entrare tra le prime dieci del torneo e giocarsi la promozione fino alla fine».

Intanto il campionato va avanti. «Mi guardo attorno, mi aggiorno, mi informo, studio». Legrottaglie è già pronto a lasciare il posto in tribuna, da ospite, per tornare in panchina, da protagonista. Ma non certo su quella dei rossazzurri, tiene a precisare: «Non ci sono mai stati contatti col Catania, neanche in passato. In futuro sarà bello allenare al Massimino ma non ora. Rigoli sta facendo bene». Quindi è tempo dei saluti: «Il ricordo che ho di questa città, del rapporto coi tifosi è indimenticabile. A loro dico di avere pazienza e sostenere la squadra fino alla fine. È l’unico modo per tirarsi fuori è questo».