Catellani uccide il Catania

Marco Di Mauro

SPEZIA – Grandi novità nel Catania. Rispetto alla gara persa meno di sette giorni prima contro il Bari, al Massimino, fuori Anania, Leto, Marcelinho e Garufi. In campo Frison, Parisi, Gyomber e Jankovic. Stavolta la scelta dell’allenatore non è adattare i giocatori al modulo ma viceversa. Adottato il più offensivo 4-2-3-1, ogni giocatore interpreta un ruolo quantomeno vicino alle proprie caratteristiche. Il più sacrificato, Rosina: alle spalle di Calaiò, ha il compito di aiutare in raddoppio sugli esterni avversari e di ricevere il primo passaggio dei giovanissimi centrocampisti: Jankovic ed Escalante. Nonostante i dodici indisponibili, le intenzioni del Catania sono da squadra che vuol vincere l’incontro. Questo racconta anche l’atteggiamento in campo dei rossazzurri, in ‘giallo’.

Con Parisi a destra, Sannino chiede spinta ambo le fasce. La più sfruttata resta quella di sinistra. Là il titolare è Monzon, autore di buone iniziative in avanti, mai però adeguatamente finalizzate verso porta o compagni. Il gran difetto del Catania, dinamico e volenteroso, è nelle conclusioni verso lo specchio. Poche se rapportate alla pressione esercitata sull’area avversaria. E dire che Chichizola non mostra mai gran sicurezza. Rosina ci prova due volte, una Martinho: tre brividi per il pubblico locale, che fischia il Catania per paura e lo Spezia per la remissività mostrata. Non piace l’imposizione di Bjelica: attendere lo sbilanciamento offensivo del Catania per colpire in contropiede. Però, risulta tremendamente efficace.

A spostare l’equilibrio sono le giocate di Catellani, che sguazza felice negli spazi lasciati vacanti dalla propulsione offensiva del Catania. Non funziona la marcatura di Sauro sull’ex etneo, scartato in estate. Il difensore viene richiamato al primo atterramento, ammonito al secondo, manca la chiusura sull’azione che porta all’assist per il gol di Brezovec, rischia il rosso al terzo intervento. Sul finire di primo tempo, crolla in area al solo sentir il respiro di Escalante. Arbitro ingannato, è lo stesso attaccante ad andar sul dischetto e trasformare il rigore assegnato nel pallone del 2-0. Sul finale di gara, doppietta a chiudere i conti sul 3-0. Più che allo Spezia, merito alle qualità ed al cinismo dell’attaccante, che sviliscono gli sforzi dei rossazzurri, ai quali anche la statistica fa dispetto.

Per dar alla gara un volto nuovo sarebbe bastato infatti trasformare in rete una sola delle due occasioni confezionate in area bianconera nei primi due minuti del secondo tempo. Rosina fallisce il primo dei sei rigori assegnati, para Chichizola che replica  tu per tu con Calaiò sullo scavino con cui l’attaccante prova a superarlo. Episodi pesanti per il morale della squadra, più delle due reti subite. I rossazzurri non accusano il colpo, continuando anzi con più vigore a cercare il varco per accorciare le distanze, ma non arrivano mai più al tiro. Sannino, che aveva già provato ad invertire i due esterni, tira fuori Jankovic per un attaccante, Barisic. Poco dopo fuori Chrapek, per Garufi. Scartata l’opzione Marcelinho. Il protagonista positivo della sfida contro il Bari viene trattenuto in panchina.

Più scorrono i minuti meno forze fisiche e mentali trova il Catania. La gara scende di tono e lo Spezia, con mestiere e compattezza, chiude le linee di passaggio. Tiene campo e risultatoSannino si sgola fino all’ultimo, ma la squadra ha speso tutto. Terza sconfitta consecutiva dopo l’illusoria vittoria contro il Pescara. Fondo della classifica garantito. Nessuna nota lieta, giacché sul finale arriva anche un nuovo indisponibile: Gyomber, espulso (forse) per un commento di troppo verso l’arbitro. In prospettiva del delicatissimo doppio turno interno, contro Vicenza ed Entella, la squadra ritornerà orfana di un centrale di ruolo. Solo Sauro disponibile a meno di recuperi sorprendenti.

Sul tiro a botta sicura di Garufi, che in pieno recupero trova la doppia opposizione di Chichizola e Migliore, Sannino può solo sorridere amarissimo in panchina. Non bastano le buone intenzioni per trasformare in realtà i propositi di riscossa. Il Catania avrà anche maturato l’atteggiamento giusto, ma in campo gli mancano ancora i numeri sufficienti per convincere, tutti, che la matematica non sia un’opinione e che questo campionato possa riservare un finale insperato, adesso, almeno quanto inaspettato è stato e lo è ancora l’inizio.

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