Due squadre, due misure

Marco Di Mauro

Due squadre due misure. Non si vuol far passere il principio che se la pena comminata ad una non è comminata anche all’altra, a seguito della medesima condotta, allora la pena sia ingiusta. Ma che la giustizia sia ingiusta, nell’amministrare così presunti innocenti e sfortunati colpevoli.. sì. E senza tanti giri di parole.

Se il metro di giustizia è punire  il “ma dai” di un allenatore con l’espulsione dal campo, ma solo se questo siede sulla panchina del Catania, senti l’ingiustizia. Quando questo viene punito con ben 5.000€ di multa, mentre i cori del pubblico, pesantemente offensivi, vengono liquidati con appena 4.000€ di multa, allora all’ingiustizia si aggiunge anche lo sdegno di una sperequazione di concetto, da cui desumere quale insegnamento?

Se gli stessi prodighi giudici di gara e ufficiali della procura federale riescono, nel chiuso del sottopassaggio, a percepire le parole, il tono, l’indole intimidatoria di un giocatore verso il giudice di gara, come mai non sciorinano la medesima bravura nel sentire il coro, nitido, forte, di discriminazione razziale urlato dalla curva dello Juventus stadium?

Forse non c’era più spazio nel referto, forse era finito l’inchiostro? Bisogna pensar questo per non pensare ad una giustizia soggettiva in cui le piccole squadre sono e saranno sempre oggetto di ingiustizie.  E non si dica più che gli esempi negativi, nel calcio, vengono solo da tifosi o giocatori.

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