Il Russo-azzurro: Mimmo Renna, un particolare ricordo da Lecce

Alessandro Russo

Buongiorno, shalom.

A veder rossazzurri etnei e giallorossi pugliesi relegati in terza serie mi pare che manchi proprio qualcosa. Il fatto è che nella mia testolina Catania-Lecce è di per sè uno scontro che rievoca forti emozioni. Ne discuto con Marco Renna, brillante giornalista radiotelevisivo e direttore editoriale di Leccenews24.it.

«La mia amicizia sportiva con il Catania –attacca Marco– comincia nell’estate ‘84, quando non ancora ebbro delle fortune calcistiche della squadra della mia Lecce, difendevo le vicende sportive familiari. Per anni infatti sono stato il più assiduo e sfegatato tifoso di zio Antonio detto Mimmo (fratello maggiore di mio padre), che in quel momento approdava sulla panchina rossazzurra. A volerlo alle pendici dell’Etna era stato l’indimenticabile Angelo Massimino che intendeva riscattare l’onta di una frettolosa retrocessione dalla massima serie. Ricordo bene la partita allo stadio di via del Mare: era il 4 novembre e il Lecce (che a fine stagione avrebbe tagliato per la prima volta nella storia il traguardo della promozione in A) riceveva l’agguerrito Catania dell’ex Mimmo Renna, capace otto anni prima di riportare i giallorossi in B dopo più d’un quarto di secolo. Quel pomeriggio il Lecce di Fascetti passò in vantaggio con Loriano Cipriani ma sette minuti più tardi arrivò il pari di Maurizio Longobardo. Ero con zii e cugini in Tribuna centrale ed esultai in modo così forte che alcuni miei concittadini mi rimproverarono bruscamente. Sapevano della mia parentela con l’allenatore della squadra avversaria ma ai loro occhi rimanevo un traditore. Quello era un bel Catania, tanto da far mezzo campionato in scia alle prime della classe. C’erano giocatori validi come il mediano Maurizio Giovannelli e il prezioso Ennio Mastalli che due anni dopo ritrovammo in Salento per due gloriose stagioni agli ordini di Carletto Mazzone. E poi lasciami contraddire gli scienziati del calcio e ricordare un giocatore che ho amato molto. Parlo del brasiliano Pedrinho, uno di quei calciatori che tecnicamente troneggiava ma che in carriera ottenne meno di quel che avrebbe meritato. Quell’anno mister Renna gli cambiò ruolo, lo fece diventare leader e pilastro nel centrocampo e Pedro fu il capocannoniere. La stagione rimase però controversa e vide l’allontanamento improvvido nel girone di ritorno del direttore sportivo Giacomino Bulgarelli, icona del pallone italiano e vecchia gloria del Bologna e della Nazionale.

Questa è la storia d’amore fra un leccese e la squadra etnea. Poi, negli anni recenti ci sono stati scontri infuocati a cavallo tra la A e la B tra rossazzurri e giallorossi, dove si alternarono atleti di altissimo livello come il difensore Lorenzo Stovini, colonna del Lecce di Delio Rossi e Zdenek Zeman, poi trasferito al Catania o l’attaccante Graziano Pellè, voluto dal mio amico d’infanzia Antonio Conte nel gruppo della squadra Nazionale».

Medico ortopedico con la stoffa dello scrittore, Alessandro Russo è coautore di “TUTTO IL CATANIA MINUTO PER MINUTO”, la storia, la geografia, la letteratura e financo la religione rossazzurra” Geo Ed. 2011, in vendita alla libreria BONACCORSO, via Etnea 20, Catania e da CAVALLOTTO, corso Sicilia 91 e viale Jonio 32, Catania. Ideatore dell’agenzia SCRITTURIAMO e collaboratore del blog LETTERATITUDINE, di lui si dice che è un rompiballe catastrofico. Maniaco dello stile e dell’editing, ogni giorno visita, scrive, opera, ingessa, corregge.