Per l’onore di Catania

Marco Di Mauro

E’ stato stretto un patto a Torre del Grifo. Due settimana fa, circa, tifosi e giocatori hanno voluto incontrarsi faccia a faccia. Poche parole dette, importanti però. Parole d’onore, promesse finalizzate a raggiungere insieme un obiettivo.

I tifosi hanno garantito ciò ai giocatori è sempre servito e non è mai mancato (ad eccezione degli incontri con Brescia e Carpi), il sostegno incondizionato. I giocatori hanno giurato quel che i tifosi hanno sempre chiesto loro, e che in partite come la sconfitta contro la Virtus Entella è mancato, ovvero «gettare sul campo fino all’ultima goccia di sudore».

Così è stato promesso e così dovrà essere. La consapevolezza di quanto difficile sia l’impresa spaventa i deboli e anima i forti, allontana chi s’è già arreso e unisce chi ci crede ancora.  E’ questo il calcio. Sul rettangolo verde è un gioco, uno spettacolo. Nell’animo di ogni tifoso è una battaglia di sentimenti, che  contempla la sconfitta, la vittoria ma non la resa.

Domenica, i tifosi terranno fede alla loro promessa. Il Massimino sarà pieno dei colori della loro fede e della fierezza delle loro voci. I giocatori? L’imperativo di non mancare ancora, di non mancare mai più, ma di esserci, ed essere, in campo, il corpo di quello spirito indomito che dagli spalti dà la forza di compiere ogni impresa.

Ne va della parola onore, che ogni  singolo giocatore è chiamato a dimostrare valga più del suo stipendio. Ne va del futuro Catania, di cui nessun tifoso potrebbe sopportare d’avere sulla coscienza la sconfitta o peggio.
Comunque vada, per l’onore di Catania.