Pino Rigoli e i giovani talenti
Occhi su Di Grazia e Parisi

Gianmarco Puglisi
Fonte: ssakragas.it - Ph. Zuppardo

Fonte: ssakragas.it - Ph. Zuppardo

Nel pomeriggio di sabato 16 i rossazzurri hanno inaugurato, con il primo allenamento a Torre del Grifo, il ritiro pre-campionato 2016/17. Tra i giocatori che nel corso delle prime settimane sono stati valutati da Rigoli, oltre ai nomi più conosciuti,  ci sono pure tanti giovani del vivaio rossazzurro: Matosevic, Parisi, Di Grazia, Rossetti, Barisic, Sessa, Di Stefano, Rizzo, Longo e Barberi. Senza dimenticare i più recenti innesti: Djordjevic e Martinez.

L’allenatore rossazzurro, nel suo passato, ha dimostrato di sapere vincere in tutte le categorie ma soprattutto di sapere creare un gruppo solido in cui i giovani vengono inquadrati e preparati per essere l’arma in più. Basti confrontare il rendimento di Andrea Di Grazia durante la sua permanenza al Catania, lo scorso anno, con quello mostrato nel periodo che l’ha visto giocare con la maglia dell’Akragas. Il gol (senza esultanza) e la prestazione nel derby ne sono, forse, il risultato più evidente.

C’è anche un altro giovane rossazzurro che ha dato il meglio di sé ad Agrigento, sotto la gestione Rigoli. Si tratta di Tino Parisi, divenuto persino capitano dei biancazzurri. Le qualità mostrate hanno convinto il Catania a riprenderlo con sé la scorsa stagione, nella quale tuttavia ha avuto poca fiducia da parte degli allenatori che si sono succeduti durante il campionato. Già nella prima amichevole, entrambi hanno mostrato buoni spunti e paiono potere battagliare per scalare le gerarchie titolari.

A proposito di Parisi e Di Grazia, Rigoli si è espresso più volte. «Parisi è un ragazzo che, anni fa, era stato messo da parte dal Catania – diceva anni addietro, in una trasmissione Tv – Si tratta di un ragazzo con qualità tecniche e mentali di altissimo livello. Naturalmente si deve confrontare con avversari di livello superiore, ma ritengo che se gli si dà costanza di rendimento farà bene».Quando Di Grazia arrivò all’Akragas, lo presentò così: «Con l’Akragas era la prima vera esperienza in una squadra maggiore, dove gli obiettivi sono diversi. Lui ha delle grandissime qualità».

Proprio per il giovane esterno, l’allenatore ha le parole di maggiore incoraggiamento: «Può essere un calciatore di prospettiva e ha bisogno di giocare. Più gioca e più migliora». Parole ripetute anche una volta ricevuto l’incarico dal Catania, quando il ragazzo era in predicato di ritornare all’Akragas nell’affare Zibert. Sfumato il trasferimento, è stato aggregato alla prima squadra e adesso Rigoli medita di riproporlo come esterno di centrocampo.

«Con me ha giocato da punta esterna ma non lo è, questa posizione limita molto le sue qualità – spiegava da allenatore dell’Akragas – Secondo me in un centrocampo a tre può fare l’interno o una seconda punta, o trequartista di un attacco a due punte. Ne avevo parlato anche con lui ed era disponibile, ma per fare questo deve crescere ancora, e non è ancora pronto. Bisogna lavorarci su queste cose, non sono situazioni che si inventano dall’oggi al domani». Adesso potrebbe però essere arrivato il momento giusto.