LANZAFAME – “Scommesse? Sono pentito. Mio padre..”

Redazione

CATANIA – In una lunga intervista a “La Gazzetta dello Sport” oggi in edicola, Davide Lanzafame, attaccante tornato al Catania dopo l’esperienza in Ungheria, parla delle vicissitudini giudiziarie che rischiano di intaccare la propria carriere oltre che la propria immagine. Di seguito alcuni estratti:

“«Nel calcio l’omertà è il vero problema». Chi fa una scelta come quella di Lanzafame rischia di restare isolato. Le parole dell’ex calciatore di Parma e Juve spiegano bene quanto sia difficile cambiare questa mentalità. A gennaio lei è emigrato in Ungheria, con la Honved. Come mai? «In Italia non mi voleva nessuno. Il mio cartellino è del Catania, ma quando si è saputo della collaborazione con la Procura sono stato isolato». […]  Si arriva all’Ungheria… «Non c’erano alternative. Sembrava che la mia squalifica fosse già iniziata. Allora accetto di andare lontano dall’Italia, riducendomi lo stipendio. Ma anche lì le cose si complicano: la federazione locale aveva bloccato il tesseramento perché sono indagato. Poi il mio avvocato, Vittorio Rigo, ha sbloccato la situazione: come potevo pagare prima di essere condannato?».

«Mi ritrovo a 20 anni titolare in B e con la Juve proprietaria del mio futuro. Nella testa ho una sola cosa: dimostrare il mio valore all’interno di un gruppo che ha delle regole. All’improvviso i senatori, quelli che nello spogliatoio hanno un peso, ti dicono “questa partita la perdiamo, serve all’altra squadra”. Che fai? Ora è facile rispondere, ma allora era diverso. Vi siete mai chiesti se un ragazzo alla prima esperienza lontano da casa ha la capacità per evitare di sbagliare?Non ho saputo oppormi e pagherò. Voglio però spiegarle il mio caso, simile a molti altri»

«Di questo fatto ne avevo parlato con mio padre. Rimase sconvolto, mi pregò: “Davide, sei impazzito. Vai a dirlo a chi di dovere”. E io: “Pa’ non puoi capire. E’ tutto normale, credimi”. Aveva ragione lui».

 


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