STAMPA – Accade (non solo) in serie A

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Roma e Zeman, il finale più brutto (Repubblica)

“O cambia o va via”. Forse già oggi l’addio, ma l’alternativa è un rebus

“Il giorno del giudizio. E, probabilmente, dell’addio. La Roma rompe con Zdenek Zeman: troppe cose sono successe per non lasciare un segno indelebile, troppe frasi dal suono definitivo sono state scritte in questa storia perché la prossima non sia la parola fine. A tritare le riserve residue di fiducia nei suoi confronti, il rapporto «cancerogeno» – parola del ds Sabatini – con la squadra, che a Bologna per la prima volta ha dato all’intero establishment romanista presente in tribuna, la sensazione di aver abbandonato la propria guida. Una guerra fredda che coinvolge un’altissima percentuale del gruppo, e in cui il club ha scelto da che parte stare, urtata dall’evocazione dell’assenza di disciplina che dipinge i calciatori come un gruppo di briganti. Appuntamento per oggi a Trigoria: «O cambi rinunciando al tuo personaggio per il bene della Roma o ci salutiamo qui», questo il punto fermo da cui partiranno il d.g. Baldini e il d.s. Sabatini nel faccia a faccia con il tecnico. Normalizzare Zeman, l’ultima utopia per tentare di riscattare quelle fallite scegliendo il boemo e, prima di lui, Luis Enrique. Un compromesso grottesco ma ancora auspicato dalla società per non dover rincorrere soluzioni tampone e tenere viva la trama che, in estate, avrebbe dovuto portare un nome di grido: Allegri, Ancelotti, Klopp, i preferiti della dirigenza. Una sorta di accanimento terapeutico contro il rigetto reciproco tra squadra e allenatore, ma che rischia di doversi scontrare con l’integralismo zemaniano: «O come voglio io o niente». Convincerlo a derogare da questa idea, oggi, appare complicatissimo.

Balotelli, questione di ore 3 milioni lo separano dal Milan (Repubblica)

“Tre settimane dopo essersi sentito affibbiare da Berlusconi l’etichetta di “mela marcia”, Balotelli è diventato un bel frutto da cogliere per il Milan: la trattativa col Manchester City, che ricorda quella estenuante per Tevez dell’anno scorso, si può chiudere da un’ora all’altra, anche se ieri gli ostacoli economici non sono mancati e con questi i momenti tensione per Galliani. Le parti, comunque, si sono ulteriormente avvicinate. Il centravanti della Nazionale, che sabato scorso era stato proposto alla Juventus, è dunque pronto al ritorno a Milano sulla sponda rossonera: Moratti, consultato sull’argomento, non solleva obiezioni. I tabloid inglesi hanno ampiamente sviscerato la questione, rivelando presunte feste d’addio e scene di congedo dai compagni e dallo staff di Mancini. Di sicuro la distanza tra domanda e offerta si è ridotta gradualmente a 3 milioni (20 contro 23 per la cessione a titolo definitivo del cartellino) e potrebbe essere colmata tra oggi e domani attraverso il riconoscimento di un bonus al City, in caso di qualificazione del Milan alla Champions o di un numero da stabilire di gol segnati da Balotelli. Il pagamento avverrebbe in 5 rate annuali. Il procuratore Raiola studia la formula magica e intanto incassa il virtuale accordo sull’ingaggio: contratto da 5 milioni netti l’anno fino al 2017, premi esclusi

Stangata la Juve nervosa dentro o fuori in Coppa (Repubblica)

“Dopo un week-end di brutti pareggi e pessime figure, la Juventus esce maluccio pure dal lunedì del giudice. Anche in questo caso, come sabato scorso contro il Genoa, non si tratta di una sconfitta cocente ma di un risultato insoddisfacente. Non una stangata, come era possibile e come qualcuno temeva, ma una stangatina, anche se il giudice Gianpaolo Tosel, dopo aver letto le sette pagine del referto compilato dall’arbitro Guida, non ha fatto sconti: gesti e parole usati per contestare l’impunita sbracciata di Granqvist costano due turni di squalifica ad Antonio Conte e Leo Bonucci, uno a Giorgio Chiellini e Mirko Vucinic (sospeso, però, perché era diffidato ed è stato ammonito) e l’inibizione fino al 18 febbraio di Beppe Marotta. Considerando che Chiellini è infortunato (difatti è stato punito anche perché, non essendo nell’elenco dei giocatori a disposizione, non avrebbe potuto stare in campo a lamentarsi) e che Conte ha già una certa consuetudine con la guida della squadra a distanza, il vero problema, per i bianconeri, sono le due giornate (domenica in casa del Chievo, sabato 9 febbraio a Torino con la Fiorentina) in cui dovranno fare a meno di Bonucci, lasciando la difesa nelle mani di uno solo dei tre titolari, Barzagli. E pensare che Bonucci, prima di sapere della punizione che avrebbe ricevuto, si era espresso in questo modo sul suo sito: «Non ci casco, il rigore c’era ma la Juve deve essere più forte di un episodio. Dobbiamo migliorare, essere più umili e con più voglia e desiderio». Nelle motivazioni di Tosel, si parla dell’»atteggiamento intimidatorio » e delle «espressioni ingiuriose» di Conte e Bonucci, che dopo essersi agitati in campo si sono ripetuti anche nel tunnel che conduce agli spogliatoi, laddove si sarebbe scatenato anche Marotta (in questo giudizio, non c’entrano nulla le frasi sulla napoletanità di Guida pronunciate a Sky), la cui inibizione — la prima nella limpida carriera del dirigente — ha parecchio sorpreso la Juventus, che rifletterà sull’opportunità di fare ricorso, cercando eventuali appigli tra le righe del referto arbitrale.

Zamparini: «Chiedo scusa agli arbitri» (La Gazzetta dello Sport)

«Gasperini se la deve prendere con se stesso. Ma non lo cambio»

“presidente Zamparini, rivisto il finale di Cagliari, punta il dito sui suoi, anziché aggrapparsi alla svista arbitrale sul fallo laterale dal quale è iniziata l’azione per il gol del pareggio di Thiago Ribeiro. «Mi scuso con la terna arbitrale—ha detto il patron rosanero a Radio Sportiva—invece rimprovero Gasperini che se la deve prendere con se stesso e con i suoi giocatori». L’episodio è costato un turno di squalifica al tecnico e due a Miccoli, espulsi dalla panchina per proteste. «Gasp ha sbagliato a sfogarsi, perché è il settimo, ottavo risultato che gettiamo negli ultimi minuti. Il fallo laterale è un conto, l’azione di 50 secondi dopo un altro. La tensione ci ha giocato un brutto scherzo, la partita l’abbiamo gettata noi. Parma, Udine e adesso Cagliari. Oltre alla fortuna, serve la concentrazione».

Carraro e Gazzoni scintillesu Calciopoli (La Gazzetta dello Sport)

L’ex presidente Figc in città per la sua campagna elettorale

“Franco Carraro ha iniziato la campagna elettorale nel Pdl per il Senato nel collegio di Bologna, una candidatura che ha suscitato sdegno in città ancora ferita per la retrocessione in B nel 2005 (secondo la magistratura anche per colpa di Calciopoli) e che ha innescato polemiche in partiti alleati come la Lega Nord. Carraro ha accettato il confronto pubblico con Giuseppe Gazzoni, l’ex presidente che combatte una battaglia legale contro il Consiglio federale di cui Carraro fu presidente dal 2001 al 2006.

Contro l’Atalanta biglietti a cinque euro (Repubblica – PA)

“IL PALERMO ci riprova e per cercare di riempire lo stadio attua la politica dei prezzi ribassati anche per la gara di domenica prossima contro l’Atalanta. Anche in questa occasione, così come è avvenuto per la partita contro la Lazio, i “saldi” riguardano le due curve che costeranno cinque euro.


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