STAMPA – Accade (non solo) in serie A

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DI NICCHI&BRASCHI (Il Giornale)

“L’insostenibile leggerezza dell’essere Nicchi e Braschi. Succede di tutto nel campionato di calcio, tra A e B, se ne vede di ogni, l’errore arbitrale fa parte della storia ma adesso sono in cinque e allora diventa una commedia all’italiana, un consiglio di fabbrica, una riunione di redazione, Orsato-Rizzoli-Gervasoni sono stati i magnifici esempi ed esemplari dell’ultima tre giorni pallonara, da Napoli a Milano a Roma l’Italia è stata unita dalle decisioni sghembe di questi tre arbitri che figurano tra i migliori del bigoncio. Possiamo figurare il resto della comitiva. Ma non è il caso di infierire, le immagini si commentano da sole, si usa dire. Ma la cosa più bizzarra non riguarda le incertezze, i dubbi da don Abbondio o le sviste di questo o di quello, bensì l’assoluta assenza critica di chi li gestisce e li comanda. Si dirà: le censure vanno fatte all’interno della casa (o della casta), nulla deve uscire, se lo spogliatoio è sacro, secondo parole e pensieri di Stramaccioni, anche l’associazione italiana arbitri è una chiesa con le sue regole ferree.

Totti pertutti (Repubblica)

“Un record oltre la sua Roma l’Italia applaude il re del gol

“Il primo gol al Foggia sembra appartenere alla preistoria: lancio di Thern, uno dei tanti stranieri che in Italia hanno trovato il paradiso, sponda di Fonseca, Totti che irrompe, col numero 9 sulla maglia, e con una botta di sinistro fa gol a Francesco Mancini (il portiere poi morto all’improvviso lo scorso anno mentre lavorava nello staff di Zeman a Pescara). Non era ancora maggiorenne, un ragazzino: niente pancioni, ciucci, magliette per fidanzate, solo una corsa sotto la Curva Nord. Era il 4 settembre 1994. Da allora a oggi, ora che il capitano ha raggiunto nientemeno che il Pompierone Nordhal – un fisico possente, un mito del Milan, una specie di Shrek degli anni ’50 – a quota 225 gol nella classifica dei marcatori di serie A, sono passati 18 anni e mezzo. Basta guardare quella classifica per capire che il rigore (invero fasullo…) segnato al Genoa ha fatto la storia: Piola, Totti, Nordhal, Meazza, Altafini, Baggio, Hamrin, Signori, Del Piero, Batistuta nelle prime dieci posizioni. I gol sono cresciuti di anno in anno, di settimana in settimana, come tutto ciò che fa storia e addirittura leggenda: i no al Real Madrid e ai grandi club, il mondo chiuso tutto dentro la Roma e dentro Trigoria, un amore reciproco e totale, quasi ossessivo, gli amici del quartiere ormai diventati migliaia, i tifosi, l’idolatria, gli striscioni, le bandiere, i tatuaggi di simboli e gladiatori, le barzellette, le battute acide o spiritose, la generosità sincera verso tutti, la tipica smorfia da partita, i tunnel, i gestacci, i calci dati e soprattutto quelli presi, le fratture delle ossa, le viti nelle caviglie, i cucchiai, gli sputi, i soldi, i contratti, i soprannomi, i sorrisi, i figli che adesso corrono ad abbracciarlo in campo, Ilary e tutta la famiglia in tribuna. Per non rinunciare a tutto questo i gol sono stati molto, molto di più delle vittorie sempre attese, sempre sperate, sempre sognate.

Zamparini: “Servono diciannove punti a gennaio nostro mercato dissennato” (Repubblica)

“DEFINISCE il mercato di gennaio «dissennato», difende Arevalo Rios, Garcia e Muñoz parlandone come «ragazzi seri che danno l’anima in campo» e mette al bando il «disfattismo». Così Maurizio Zamparini parla del momento del Palermo ai microfoni di Stadionews. «Quello di Torino è un punto guadagnato — dice il presidente rosanero — Ma i nuovi sono una grande delusione. C’era da aspettarselo. La mancanza di attaccanti fa la differenza. La campagna di gennaio è stata dissennata. È arrivato solo il portiere, ma cedere Budan, Brienza e Giorgi per prendere giocatori non ancora pronti è stato un errore».

Cagliari, Is Arenas inagibile (Il Corriere della Sera)

“Il Comune di Quartu ha negato l’agibilità temporanea dell’impianto Is Arenas per il match del Cagliari contro la Sampdoria di domenica prossima. La società sarda ha dato mandato ai suoi legali di trovare una soluzione per consentire alla squadra di giocare davanti ai propri tifosi. In caso contrario ha minacciato di schierare la formazione Primavera.

Mou o Ferguson, uno dei due stasera va a casa (Il Corriere dello Sport)

“Dopo l’1-1 dell’andata il Manchester United ospita il Real Madrid, reduce dal doppio successo sul Barça

“Ci sono quelli che piacciono (quasi) a tutti, come Guardiola. Ci sono i bambini prodigio, come Villas Boas. Ci sono quelli che diventano terribilmente alla moda, come Klopp. E poi ci sono quelli fatti di ferro, che resistono a tutto e tutti, come Mourinho e Ferguson. Ma stasera, al Teatro dei sogni, nel più bello e spietato degli ottavi di finale di Champions League, quello tra Manchester United e Real Madrid (andata: 1-1), resterà spazio per uno solo dei due. Mou sa come si fa. All’Old Trafford, anche se l’anno prima aveva vinto l’Europa League, costruì il capolavoro che ha dato la vera svolta alla sua carriera. Era il 9 marzo 2004, sempre ottavi di finale di Champions, e al 90’ il Porto era fuori: 2-1 all’andata, 0-1 al ritorno. All’ultimo minuto segnò Costinha, che poi finì a fare la riserva delle riserve dell’Atalanta, mentre Mou ha scalato le montagne (di euro) fino ad arrivare a 15,3 milioni l’anno. Ma se c’è un allenatore che non ha paura di nulla, quello è sir Alex Ferguson. Sta sulla panchina del Manchester United dal 1987 e ne ha viste di tutti i colori. Oggi, se gli farà giocare anche solo un minuto, permetterà a Ryan Giggs di raggiungere la presenza numero 1.000 contando tutte le competizioni con Man Utd., Galles e nazionale olimpica britannica. Briciole, rispetto a quante panchine può mettere in fila sir Alex.


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