STAMPA – Agata ed il Catania

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

«Agatuzza al Catania pensici tu» (La Sicilia 05.02.2014)

“La candelora s’annaca mentre una piccola ed improvvisata banda ne accompagna la frenetica danza. Suona Alè Catania, sotto lo sguardo perplesso di un angioletto posto in cima al pesante e dorato cereo votivo. I suoi forzuti portatori sfiancano, ma giurano di non sentire la fatica tanta è la fede. Per essere agili e comodi portano una tuta ben nota, quella dei giocatori del Calcio Catania. Con tanto di sponsor ufficiale e proboscide rampante. Nel frattempo, scorre già per le vie cittadine il lenzuolo bianco dei devoti, macchiato dal nero delle scuzzette in testa e dalle sciarpe variopinte per proteggersi dal freddo. Molte di queste color rossazzurro, le stesse indossate domenica al Massimino. Due amori che s’incontrano nel fervore popolare di questi giorni. Due amori, spesso, in un unico look: il sacco bianco della purezza e la sciarpa rossazzurra di ben altra fede. Agata e il Catania. L’ordine non è alfabetico né casuale. C’è un amore santo e un amore terreno da non confondere, per carità. Che tuttavia trovano unica manifestazione in questi giorni di festa, tra l’odore della polvere da sparo, il calpestio della semenza e un canto di preghiera che s’innalza al mattino. C’è chi se ne fa vanto, chi vuol mostrare uno style catanese al quadrato e chi, nel devoto silenzio, s’abbandona al tutto di quegli amori perché non ha più niente. Come fossero, ormai, gli ultimi talismani preziosi nel buio della notte, in una città che perde sempre più lo smalto del suo sorriso. Agata e il rosso di un monte che sanguina, che minaccia e placa la bollente furia di fronte al sacro eprodigioso velo. Agata e l’azzurro del cielo, verso il quale boccheggia un padre disperato dicendo «Agatuzza pensici tu». E una maglia, una sciarpa o una bandiera con questi colori, a racchiudere la storia, tutte le storie e le leggende di un popolo.


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