STAMPA –Bologna: sconfitta, rabbia tifosi, presidente scortato

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Mezz’ora e via, Guaraldi deve andarsene (Repubblica – Bologna)

“A PICCO. Il Bologna è riuscito a perdere anche in casa, azzoppato dall’Atalanta capace in quattro minuti di colpire due volte, prima con un imprendibile destro di De Luca (sfuggito colpevolmente a Perez, reo d’essersi fatto rubar palla sulla propria trequarti), poi con un fantasmagorico sinistro di Estigarribia da una ventina di metri. Siccome il calcio è strano, dal 26’ al 45’ il Bologna, che solitamente fatica ad entrare in area, ha sfiorato a ripetizione il gol che avrebbe riaperto la partita. Ci hanno provato Lazaros, Crespo, Acquafresca tre volte, Moscardelli, ma Consigli, il portiere nemico, pareva tarantolato. Vero che i rossoblù hanno iniziato a giocare dopo il doppio colpo, ma almeno stavolta qualcosa di buono hanno combinato, nonostante un undici iniziale ad alto tasso di improvvisazione, un 4-4-2 inedito, poco funzionale (soprattutto considerato che i nerazzurri giocavano con due punte e sarebbe convenuto schierarsi con tre centrali) e decisamente passivo all’avvio. Ballardini nella ripresa ha tolto Crespo e Perez (un’altra volta deludente) ed ha inserito Cristaldo e Ibson. Più fumo, ma sul tavolo l’arrosto non è arrivato. E il secondo tempo del Bologna (nonostante i 10 calci d’angolo a zero e complessivamente le 11 conclusioni nella porta avversaria) è stato deludente, confuso, come la gestione di Ballardini che in 13 gare (2 vittorie, 5 pareggi e 6 rovesci) è riuscito nell’impresa di perdere completamente la bussola, come capitò per la verità anche a Pioli, ma dopo due stagioni e mezzo. Di là l’Atalanta festeggia sei vittorie consecutive: mai successo prima e la speranza è che arrivi a sette, visto che domenica riceveranno il Sassuolo. Il presidente Guaraldi, scortato, ha lasciato lo stadio venti minuti prima dell’epilogo, mentre la curva scandiva i nomi di Ingesson, Kolyvanov, Nervo e Andersson

State calmi se potete le insolenze servivano prima non adesso (Repubblica – Bologna)

“IL BOLOGNA fila dritto verso la B. Non da ieri: da un pezzo. Una ulteriore invettiva contro tutti i responsabili di questo disastro oggi non serve più a nulla. I fatti sono già l’insulto più doloroso e cruento che possa ustionare la pelle dei colpevoli. In qualche caso anche le loro tasche, che sono ancora più sensibili. Unirsi al coro delle contumelie, contribuendo al clima di sfascio, non serve a niente. Unirsi idealmente alla contestazione dei tifosi, nemmeno, se non a sfogare la rabbia, l’amarezza. La vergogna, la paura. La benzina sul fuoco va risparmiata. La Croce Rossa al confronto è un panzer, spari pure i suoi pallettoni a salve chi applaudiva la scorsa estate. A ciascuno il suo mestiere: quello dei tifosi è fischiare e gridare improperi, senza comunque andare oltre. Il nostro era quello di ripetere, col senno di prima, ossessivamente e noiosamente, che questo epilogo, quello che oggi si staglia nel suo angosciante profilo in tutta la sua drammaticità sportiva, davanti agli occhi di tutti, sarebbe stato l’inevitabile conseguenza degli errori accumulati, delle strategie miopi e ottuse. E anche dell’indulgenza verso tutto ciò. Non è servito a molto, anzi a niente, scrivere su queste pagine da due anni a questa parte che cosa sarebbe successo. Non consola neanche un po’, tutt’altro, scoprirsi facili profeti di ovvie sventure. Qui nessuno gode come un riccio, un pulcino o un armadillo. Qui stiamo malissimo. Tutti. Pagherà semmai Ballardini, anche se le voci da dentro raccontano che il copione non prevede la mossa disperata, e scontata, di queste situazioni, quella che di solito placa la sete popolare di teste che rotolano. E si può anche concordare con la visuale del tecnico: ieri il Bologna è stato meglio di quello di Verona, più vivo. Non fa mai gol, neanche da due metri, non segna da 786 minuti, eppure non è una squadra morta. Forse pensare questo, anziché darle il colpo di grazia, potrebbe servire. Di sicuro più della pira.

Eurovittoria: 6 di fila, record per Bergamo E Bologna sprofonda (La Gazzetta dello Sport)

“Gli ospiti giocano a due tocchi, in attesa della pal­ la buona per colpire. Ci pensa De Luca, il furetto dell’attac­ co, a rompere l’equilibrio con un’azione tutta personale, dapprima sradica il pallone dai piedi dell’incerto Perez poi punta Curci e lo infila con un sinistro dal limite senza l’opposizione di Natali che ar­ retra inutilmente. Poco dopo sempre De Luca riporta lo scompiglio sulla trequarti e allarga per l’arrembante Esti­ garribia che da 27 metri lascia partire un siluro mancino a 105 km/h che atterra nella re­ te bolognese per il definitivo 2­0. Qui si scatena la conte­ stazione della curva bologne­ se. Al solito contro il presiden­ te Guaraldi ma anche contro la squadra che alla vigilia ave­ va ricevuto una visita dai capi tifosi non più disposti a tolle­ rare lo scempio della maglia rossoblù. Nella ripresa i cam­ bi non aiutano il Bologna an­ che perché Ballardini dà l’idea di non sapere più che pesci pigliare. Le sue ultime scelte lasciano molto perples­ si mentre le formazioni sem­ brano uscite dai bussolotti, ma l’allenatore degli emiliani ancora ritiene di avere in pu­ gno la situazione

Ultrà furiosi fuga Guaraldi scortato dalla Polizia (La Gazzetta dello Sport)

“La pazienza della tifose­ ria bolognese è davvero finita e la sconfitta interna con l’Ata­ lanta è la classica goccia che fa traboccare il vaso. La contesta­ zione al presidente Guaraldi e alla squadra è scattata già sullo 0­2 nel primo tempo, quando Perez e compagni sono stati in­ vitati a trovarsi un altro lavoro e nell’aria si sono levati pesanti cori all’indirizzo del presiden­ te, seduto in tribuna. Sotto scorta Nell’intervallo circa 300 ultras rossoblù han­ no lasciato la curva Bulgarelli per protesta aspettando la fine della partita fuori dallo stadio. Scortato dalla Digos fin dal suo arrivo al Dall’Ara, a metà ripre­ sa Guaraldi è stato portato al riparo dei vetri della terrazza Bernardini e a 10 minuti dal fi­ schio finale è stato accompa­ gnato via per evitargli le ire dei supporters più caldi. A fine partita sono piovuti fischi da tutti i settori e chi era rimasto in curva ha respinto il saluto dei giocatori applaudendo in­ vece l’uscita dal campo degli atalantini. Fuori è proseguita la contestazione e una decina di persone ha inveito contro il pullman della squadra. A Zola Predosa tre mezzi dei carabi­ nieri hanno presidiato villa Guaraldi, già sfiorata dalla ma­ nifestazione del 22 marzo.


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