STAMPA – Cagliari, stadio, a rischio gara col Catania

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Ancora al Rocco? Il Cagliari lo saprà a metà ottobre (Il Piccolo)

Per i lavori necessari al Sant’Elia tempi rallentati dalla burocrazia: il 14 ispezione della Lega Calcio

“«La mia speranza in questo momento? Giocare al più presto le gare casalinghe al Sant’Elia». Con queste parole, domenica pomeriggio, Diego Lopez, tecnico del bel Cagliari di questo inizio di stagione, ha chiuso la conferenza stampa al termine della partita con l’Inter. Già, ma davvero quella contro la squadra di Mazzarri è stata l’ultima partita dei sardi al Rocco, così come sperano tutti nel clan rossoblù, dal presidente Cellino in giù? E davvero, quindi, Conti e compagni torneranno al Sant’Elia il 20 ottobre per la prossima partita interna, quella contro il Catania? Due settimane decisive Il momento della verità è a metà ottobre. Il lunedì prima della gara con il Catania, il 14 ottobre, o al più tardi il giorno dopo, martedì 15, è in programma la visita a Cagliari della commissione stadi della Lega Calcio. E per quel giorno dovrà essere tutto pronto al Sant’Elia, ancorché con una sola tribuna aperta per una capienza di 5mila persone. Perché dalle stanze del governo del calcio sono stati chiari: non saranno più tollerati i balletti del passato, l’ok al ritorno del Cagliari in Sardegna sarà dato solo quando davvero lo stadio sarà pronto per evitare poi che si debba tornare indietro e revocare il permesso dato. Quindi, tutti i lavori previsti dovranno essere completati senza dover chiedere deroghe per aggirare i regolamenti. E dopo la commissione della Lega calcio dovrà essere la volta della commissione pubblici spettacoli, commissione comunale in quanto per l’impianto verrà chiesta una capienza inferiore alle 5mila persone […] Il calendario della Triestina Ovviamente, se a Cagliari i lavori non saranno portati a termine in tempo, si dovrà valutare anche il calendario della Triestina: e contro il Catania quindi il Cagliari dovrebbe giocare al sabato perché il 20 ottobre si gioca Triestina-Sacilese. E quello del Cagliari In ogni caso le prossime partite casalinghe del Cagliari non presentano avversarie di cartello: dopo il Catania sarebbe la volta di Bologna (30 ottobre), Torino (10 novembre), Sassuolo (primo dicembre) e Genoa (8 dicembre). Prima big il Napoli, il 22 dicembre. Ma sarebbe davvero incredibile che l’esilio triestino del Cagliari durasse così a lungo.

I dipendenti del Cagliari: “La questione stadio può compromettere il nostro futuro lavorativo” (Cagliari News 24)

“Questo il testo del comunicato stampa apparso poco fa sul sito ufficiale del club sardo: “La questione-stadio va avanti da quasi tre stagioni, e chiediamo che si possa finalmente risolvere rapidamente e definitivamente.Abbiamo l’onore e la fortuna di poter lavorare per il Cagliari, squadra che tiene alta la bandiera di un’intera regione. Ma questa situazione getta nello sconforto e nella preoccupazione anche noi lavoratori della Società. Il Cagliari non è solamente una Società di calcio. E’ un’azienda come tutte le altre, ed è formata da decine di dipendenti. Tutti rigorosamente sardi. Abbiamo timore che la vicenda possa compromettere il nostro futuro lavorativo, rischiando la perdita del posto di lavoro come sta capitando quotidianamente a tanti giovani sardi come noi. Non sono solo i giocatori a chiedere che la situazione ritorni alla normalità. I nostri diritti sono stati ignorati, malgrado le promesse. Vogliamo solo lavorare con dignità, come tutti i colleghi del settore, e poter trascorrere più tempo con le nostre famiglie che in aeroporto. Non ci sentiamo tutelati da nessuno e il desiderio è che il Cagliari ritorni a Cagliari al più presto. Non ci interessa puntare il dito e giudicare di chi siano le responsabilità. L’importante per tutti noi è che chi ha le competenze e le possibilità per risolvere questa situazione si attivi affinché si possa arrivare ad una soluzione rapida e definitiva. Non meritiamo di fare i nomadi in giro per l’Italia, umiliati e segregati come ospiti indesiderati”.

Sant’Elia, continuano le prove riflettori (Cagliari News 24)

“Si lavora per un miracolo, in vista del Catania, nell’anticipo del 19 ottobre. Proprio in vista della gara, fissata per le 18, i tecnici continuano a lavorare ancora sui riflettori del Sant’Elia, che sono stati accesi anche questa sera. Vedremo se i rossoblù potranno tornare a casa o si rischierà davvero lo sciopero, come annunciato dal capitano.

«Siamo i nomadi d’Italia a Trieste non si torna più» (La Nuova Sardegna)

Lo sfogo di Cellino: «Il Cagliari col Catania al Sant’Elia? Non ne sono sicuro»

“Ormai siamo gli zingari d’Italia. Viviamo una situazione assurda e insostenibile». Lo sfogo di Massimo Cellino matura nel cuore della notte. Il pareggio con l’Inter è ancora freschissimo. Ma non rasserena il patron. Anzi: «Ci fischiano e ci insultano. Offendono i quattro mori in casa nostra. E non si tratta di un gruppetto di ultras. La verità? Siamo diventati un peso ovunque». Un’amarezza che riporta al 2012, ai primi viaggi in Venezia Giulia. Ma stavolta, c’è qualcosa di nuovo: «A Trieste non ci mettiamo più piede: ho i giocatori sul piede di guerra. Se non giochiamo al Sant’Elia per il Catania il 19 ottobre, piuttosto andiamo a Livorno». Il presidente del Cagliari ne ha per tutti. E l’idea che rovesci il tavolo è quanto mai concreta. «Al Sant’Elia è tutto fermo. Dopo tanti buoni propositi e una valanga di gente in fila a dire che si aveva a cuore il futuro della squadra e della tifoseria, sta andando tutto al rallentatore. E qualsiasi cosa accada, per coprire magagne e lentezze, diranno che la colpa è sempre mia, perché sono arrogante e non ho pazienza. Intanto, prendono in giro migliaia di cittadini». Nel dettaglio? «Proprio come è successo a Is Arenas, nascono cavilli e magagne. A Quartu, ci chiedevano una porta in più, gli estintori di qua, la cabina di là e noi abbiamo eseguito. Sappiamo come è andata a finire. Al Sant’Elia la solfa è simile: venerdì abbiamo portato i progetti in Commissione. Credo che la Asl abbia chiesto una variante. I miei tecnici e i miei legali hanno accettato: li ho presi al collo, significa che una volta apportata la modifica, si perdono altri due mesi e si riparte da capo». Ma col Catania, il 19 ottobre, almeno per cinquemila spettatori ci sarà il via libera? «Non ne sono sicuro. Ma una cosa è certa: dobbiamo puntare ai sedicimila posti. Altrimenti, siamo fregati». E il feeling col Comune? «Sono ancora fiducioso ma c’è qualcuno che vuol metterci i bastoni tra le ruote. Se non sono simpatico, attacchino me. Ma la squadra e gli sportivi sardi hanno il diritto di veder la fine del pellegrinaggio. Comunque, a Trieste non torniamo. Forse, accetto l’invito a Livorno del dottor Cardona: il prefetto ci accoglierebbe a braccia aperte». Che roba è? «Il segno che la misura è colma. A giugno sarebbero andati via tutti i giocatori se non avessero avuto certezze sullo stadio. Per contratto firmano per giocare in casa a Cagliari e non in giro per l’Italia. C’è una segnalazione all’Associazione calciatori, potrebbero scioperare e hanno ragione».


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