STAMPA – Fine della favola, ricordi..

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Catania, dal paradiso all’inferno: le tappe salienti del cammino (Catania Today)

“Catania, dal paradiso all’inferno: le tappe salienti del cammino „ li addetti ai lavori lo avevano annunciato come il Catania più forte di sempre. I fatti hanno consacrato la squadra peggiore degli ultimi anni. La caduta libera dei rossoazzurri ha dell’incredibile. Negli occhi dei tifosi, infatti, scorrono ancora le immagini salienti di un ottavo posto storico, conquistato a suon di gol nella passata stagione. Ma cosa è successo dopo? Perchè il buio totale? La notizia di ieri dell’esonero di Maran, il secondo nel corso della stagione, accende i riflettori sulla questione identitaria della squadra. Nel corso del campionato nè Maran, nè De Canio, sono riusciti infatti a dare un’impronta netta e solida al sistema di gioco degli etnei. Risultato? Peggiore attacco della serie A e difesa spauracchio per gli amanti del tatticismo. Resta però aperta la ferita del mercato estivo. Le cessioni di Lodi, Gomez e Marchese hanno minato le fondamenta di una macchina, fino a quel momento, quasi perfetta. Monzon, Tachtsidis e Leto, per quest’ultimo complice una condizione fisica non perfetta, non sono mai stati all’altezza della situazione. Peruzzi, giocatore interessante, soprattutto in prospettiva, è riuscito a dare un contributo significativo soltanto a stagione in corso, dopo aver smaltito i postumi di un grave infortunio. Male invece Guarente, esperimento decisamente negativo, non utile nel dare geometrie concrete in mezzo al campo. Nodo cruciale, di certo non secondario, il tanto agognato ruolo di vice-Bergessio, mai avuto all’interno della rosa, nemmeno a conclusione del mercato invernale.

Catania, la fine di una fiaba. Pulvirenti pronto a riscriverla? (La Valle dei Templi)

“Quando alle 16 e 48 di questo uggioso pomeriggio domenicale al Massimino termina il match tra Catania e Torino, valido per il 32° turno del massimo torneo di calcio, conclusosi con la sconfitta della squadra siciliana per 1 a 2, sfilano tristemente i titoli di coda della fiaba delCatania di Pulvirenti in serie A, durata otto bellissimi anni.

In un solo istante col pensiero ci ritroviamo, malinconicamente, catapultati al gol di Umberto Del Core contro l’Albinoleffe che fece esplodere il vecchio catino del Cibali per aver riportato i rossazzurri in serie A dopo 23 lunghissimi anni trascorsi tra il purgatorio e l’inferno dell’italico orbe calcistico. Vediamo ancora il piccolo Umbertino volare impazzito di gioia, un po’ come il Tardelli del mondiale, incontro ai tifosi, in una corsa che sembrava non dovesse avere mai fine. Le salvezze tante sofferte quante godute dei primi due anni di serie A. Lo spareggio all’ultima giornata con il Chievo nel campo di Bologna, dopo il calvario di un intero girone di ritorno giocato in campo neutro e a porte chiuse a causa degli incidenti di quel nefasto due febbraio 2007 da cui scaturirono la morte dell’Ispettore Raciti. Quindi l’anno dopo il pareggio con una Roma, che inseguiva ancora lo scudetto, a 5’ dalla fine con gol di Martinez che impattava quello di Vucinic, tirandoci per i capelli fuori dalla serie B. L’indimenticabile 4 a 0 del Catania di Zenga al Barbera di Palermo inflitto agli eterni rivali: i cugini rosanero. Lo splendido girone di ritorno del Catania diSiniša Mihajlović. Il più bel Catania di sempre, quello di Montella, denominato il “piccolo Barcellona” per il calcio champagne che giocava. Quindi la squadra più forte, quella dei record, il Catania dell’anno scorso, che si è guadagnata un impensabile quanto fantastico ottavo posto. Già una formazione che annoverava lo stesso allenatore e buona parte dei giocatori di questa sfortunata stagione. Ci sarebbero altri eventi da ricordare come la vittoria sull’Inter per 3 a 1, il trionfo a Torino contro la Juventus per 2 a 1, e ancora… Ma basta con l’amarcord, ci si fa male, adesso bisogna fare i conti con la realtà: tirare le somme e rimboccarsi le maniche.


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