STAMPA – La forza di un Massimino “pieno”

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Stadium pieno? Così si compra Asamoah (La Gazzetta dello Sport)

“Il tutto esaurito del 2011-12 ha portato 22milioni. Siamo ai livelli delle big europee

“LA SECONDA SQUADRA D’ITALIA È IL CATANIA

“I dati del 2011-12 però restano impressionanti, come si nota nel grafico a fianco. Uno su tutti: la Juve è da Champions per i numeri sul riempimento dell’impianto. In stagione lo Juventus Stadium ha lasciato vuoto solo l’8% dei seggiolini: il 92% di riempimento è a livello dei grandi impianti europei e nettamente superiore alle cifre delle altre italiane. Milan e Inter comprese: sfavorite da uno stadio molto più grande, le milanesi in questa classifica arrivano dopo Cesena, Siena, Atalanta e Novara.

Siracusa, sfumata la B ora deve restare a galla (Il Corriere dello Sport)

“Ma in concreto è stato fatto poco, in realtà è in dubbio anche la partecipazione al campionato. Il comitato Pro Siracusa??, appositamente costituito e presieduto da Rodolfo Drago, si è adoperato al massimo ma, a questo punto, l’obiettivo è la permanenza tra i professionisti che passa innanzitutto dalla fidejussione bancaria. In casa siracusana c’è, tutto sommato, ottimismo e anche per questa ragione il diesse Antonello Laneri sta operando, dando per scontata l’iscrizione della squadra alla Prima divisione. Avviata una sorta di partnership con il Catania mentre vengono valutate le offerte per i pezzi migliori, ovvero coloro che hanno condotto il Siracusa ad un passo dal ritorno in serie B.

Michele Giuffrida il prototipo del calcio d’oggi (La Sicilia)

“Michele Giuffrida, scomparso ieri nella sua Catania, fu il prototipo del dirigente moderno. All’inizio degli Anni Sessanta, dopo che, insieme con Ignazio Marcoccio e don Carmelo Di Bella portò il Catania in A, restandoci per sei stagioni, fu chiamato dai grandi club del massimo campionato a ricoprire un ruolo delicato in Lega, a quei tempi, così come adesso del resto, non facilmente governabile […] E ricordiamo Michele Giuffrida con una frase che ci disse una ventina d’anni fa Giovanni Mineo, segretario e diesse del Catania, nonché grande amico dello stesso Giuffrida: «Giuffrida? Uno degli inventori del calcio moderno». Marcoccio, Giuffrida e Di Bella: il loro Catania non c’è più, purtroppo.

Benedetta classe media il tesoro di Prandelli (Repubblica)

Non è solo per salvaguardare la nazionale. Basterebbe che il calcio italiano desse fiducia ai giocatori della sua stessa nazionalità, li cercasse nelle strade o negli oratori dove ancora si gioca a pallone, e probabilmente accrescerebbe il livello di qualità dei suoi stessi club. E invece la sua preoccupazione è andare subito all’estero. Qualcuno lo fa in maniera esasperata ma anche intelligente come l’Udinese, sia pure con un fine quasi commerciale (comprare a poco, rivedere a tanto vedi Sanchez o quest’anno Isla e Asamoah), altri in maniera esasperata e assurda come Roma, Lazio, Inter, Catania e così via. Ad eccezione dei fuochi d’artificio su Verratti e Destro, gli stranieri sono l’obbiettivo di tutti. A eccezione solo della Juve (e in parte del Milan) che sugli italiani costruisce le sue fondamenta.



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