STAMPA – Maran: “Sono operaio, non mago”

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

«Sono un operaio del calcio e adesso sogno» (Il Giornale)

Il tecnico degli etnei: «Non chiamatemi mago. Domenica vorrei risentire “Clamoroso al Cibali”»

“Signor Maran, domenica vorrebbe risentir dire “clamoroso al Cibali”? «Lasciamo perdere i corsi e ricorsi storici, certo è che il Catania vuole battere l’Inter». Battere l’Inter significa sorpasso, 5° posto e un piede in Europa. A Milano le direbbero: l’è matt? «Niente ci impedisce di sognare. La salvezza, nostro obiettivo primario, è stata raggiunta con largo anticipo e ora…» L’appetito vien mangiando… «Sì, ora vogliamo stupire e divertirci. Senza l’obbligo di dover fare a tutti i costi tre punti, siamo liberi mentalmente e il calcio ritorna a essere un gioco. Abbiamo costruito il nostro cammino settimana dopo settimana, partita dopo partita e io non mi sarei mai aspettato di arrivare così in alto». Allora è giusto parlare di miracolo Catania? «È un’avventura e le cose belle possono succedere ma nessuno, dal presidente al sottoscritto ai giocatori si sarebbe immaginato un simile percorso». Quindi il Catania si sente un grande club e pensa di essere entrato nel club dei grandi? «Questo exploit non è arrivato per caso, i dirigenti sono stati bravi negli anni passati a pescare ottimi giocatori. La cura Montella, che mi ha preceduto sulla panchina etnea, ha lasciato un segno positivo. Il presidente Pulvirenti ci sta accanto come un padre. I ragazzi s’impegnano e crescono tecnicamente e tatticamente a vista d’occhio e la qualità non manca proprio. Anzi, la colonia argentina del Catania è il miglior gruppo in una squadra italiana». E del mago Maran al primo anno di A, cosa dice? «Macché mago, io sono un operaio del pallone, mi piace stare sul campo e lavorare in modo serio. Certo, ho un limite: non mi so vendere bene a livello mediatico perché preferisco restare me stesso senza scendere a compromessi». Scusi, ma lei da bambino non tifava Milan? «Come tutti in casa, poi con la professione non ci ho più pensato. Certo che, richiamando questa mia preferenza, l’Inter non mi prenderà mai in panchina». E giù una risata. E domenica arriva proprio l’Inter… «I nerazzurri hanno grande qualità e sono in salute. Mi auguro di sorridere a fine partita».


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