STAMPA – Montella-Maran, la lezione e l’esempio

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Maran, che lezione all’ex Montella (Il Messaggero)

“Il Catania non si ferma più. Contro la Fiorentina dell’ex Montella, conquista la sua terza vittoria di fila, si proietta in zona Europa League e si conferma in questo inizio 2013 ancora imbattuto (l’ultima sconfitta risale, infatti, al 22 dicembre, in casa del Pescara). Il Catania impone subito il suo classico tema tattico casalingo: aggressività sul portatore di palla, pressing alto, gran ritmo. La Fiorentina accetta la sfida e reagisce di ”mestiere” sbloccando il risultato al 21’, complice anche una dormita generale della difesa etnea, con un colpo di testa di Migliaccio. Il Catania stenta a reagire. In attacco l’assenza di Bergessio pesa come un macigno, nonostante le finezze di Gomez e Barrientos, spesso, però, imbrigliati dall’attentissima disposizione difensiva dei viola. Ma a tranquillizzare l’incredulo pubblico di casa, ci pensa il portiere viola Neto che fallisce clamorosamente il tempo in uscita, consentendo a Legrottaglie di siglare il pari con una comoda inzuccata.

Maran 9 (Il Messaggero)

Ormai nulla è più clamoroso al Cibali dove anche la violetta di Montella appassisce. L’allenatore che viene dal nord porta il Catania in zona Europa davanti allaRomae un passo dalla Fiorentina.

IL CAMPIONATO DOVE TUTTI PROTESTANO (Repubblica)

“Non se ne può più di isterismi. Bravi Montella e Maran, che a Catania alla fine s’abbracciano dopo una partita bruciante per la Fiorentina, scavalcata in extremis. Ma in genere se vediamo gesti sportivi tra allenatori si tratta di un altro campionato, inglese o tedesco. A inizio stagione dai capi arbitrali arriva la solita canzone: saremo inflessibili. E, ormai allenati alle delusioni, aspettiamo l’inflessibilità come a teatro si aspetta Godot. A volte, inflessibilità per l’allenatore con una scarpa oltre la zona tecnica. La meno richiesta. Vorremmo vedere molta più inflessibilità per gli assembramenti urlanti, chi con l’arbitro chi col quarto uomo chi con quello dietro la porta chi col guardalinee. E non sempre per un rigore, a volte per una rimessa laterale. Ad ogni fischio segue una protesta, individuale o collettiva. Non se ne può più. Vorremmo vedere inflessibilità sugli abbracci in area, a costo di fischiare 5 o 6 rigori in 90’. Non succederebbe, perché i calciatori capirebbero che è cambiata la musica. Ma, prima, questa nuova, benedetta musica qualcuno dovrà pur cominciare a suonarla.


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