STAMPA – Sannino, c’è da ricostruire

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Sannino: un Catania formula tre (La Sicilia 15 Settembre 2014)

Il tecnico proverà il suo cavallo di battaglia (4-4-2) ma anche il centrocampo a cinque

“A Palermo la base era il 3-5-2. A Varese e a Siena il 4-4-2. Ma Giuseppe Sannino ha sempre chiarito: il modulo conta fino a un certo punto. Si costruisce in base ai giocatori che si allenano. E, così, a Catania il tecnico etneo potrebbe confermare un 4-3-3 che è il biglietto di presentazione dei rossazzurri. Cambiare assetto si può, ma prima come ogni allenatore vuole vedere la squadra sul campo. Contro il Modena potrebbe non rivoluzionare il Catania, ma proporre qualche accorgimento per non disorientare un gruppo tramortito, incapace di reagire, un gruppo che se si difende a oltranza lascia solo Calaiò. Se attacca in forze si espone e le busca di santa ragione. SOLUZIONE 4-4-2. E’ il cavallo di battaglia di Sannino. A Varese, a Siena funzionava. A Catania i due attaccanti potrebbero essere Calaiò e Rosina, con due esterni – Castro a destra e Martinho dall’altra parte – incaricati di creare superiorità sganciandosi a turno per creare un tridente che non sbilanci la fase di non possesso. Sia Castro che Martinho hanno corsa, progressione e visione di gioco. Certo, oggi l’argentino è più confuso che altro. Magari il cambio di allenatore riuscirà a scuoterlo. SOLUZIONE 4-3-3. Il tridente è una soluzione immediata, ma già provata. E in serie B non ha dato i frutti sperati. Rosina più arretrato e Martinho cambiato di fascia. Secondo la tesi di Pellegrino avrebbe dovuto funzionare. E ha funzionato, se il Catania ha segnato 5 gol in due partite. Sannino potrebbe rimettere Rosina più in avanti e il brasiliano a sinistra per capire se la soluzione può reggere. Il problema diventa il centrocampo. Rinaudo centrale. E poi? Poi bisognerebbe valutare le vere potenzialità di Chrapek, di Calello (allenato al Chievo: Calaiò a Siena e Moretti a Varese gli altri «suoi» volti noti), dei giovani.

Catania da ricostruire con la cura Sannino (Blog Sicilia)

“ Non ha importanza di chi sia la colpa, se dei giocatori o dell’allenatore. Fatto sta che sembra impossibile, in questo momento, pensare che un gruppo così composto possa conquistare la massima serie auto-gestendo le proprie risorse. Serve un aiuto esterno: quello di un eccellente comandante. La società ha già scelto Sannino, reduce da un paio di esperienze deludenti, tuttavia apprezzato dai colleghi in virtù del quarto posto ottenuto con il Varese nel 2011 […]Dovremo aspettarci, probabilmente, meno incroci fra trequartisti e più sovrapposizioni lungo la linea laterale. Si potrebbe vedere, inoltre, Rosina nel ruolo della seconda punta, libero da reali compiti di impostazione. La recente storia del club del Massimino mostra quanto, in una certa misura, la differenza tra un tecnico e l’altro possa correre sul filo della comunicazione. Per l’allenatore di Ottaviano sarà importante imporsi da subito, innanzitutto come figura rassicurante e autoritaria, e soltanto dopo come stratega. Comunque vada l’impressione è che questa sia l’ultima opportunità che l’Amministratore Delegato abbia per fare la scelta giusta e dimostrare di meritare i gradi che porta sul petto. L’anno scorso, infatti, Pulvirenti definì Pablo Cosentino come una risorsa. Chi scrive non appartiene ai ‘sanguinari’ che pretendono immediatamente lo scalpo di chi sbaglia, ma, dopotutto, il destino degli alti dirigenti dovrebbe essere legato ai risultati quanto il Fato degli allenatori. In città anche i più pazienti stanno cominciando a spazientirsi.


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