STAMPA – Scoprendo Monzon e.. Izco!

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Fantacalcio: alla scoperta di Monzón (Mondo Pallone)

“Si sa, il Catania in fatto di argentini non sbaglia mai. Perchè non fidarsi allora dei dirigenti rossoazzurri in merito a Fabián Monzón? In effetti motivi non ce ne sono. Terzino sinistro dotato di un ottimo piede potrebbe essere davvero un bel crac visto che ha il vizietto del gol. Nel 2011/2012, con la maglia del Nizza è riuscito a segnare ben 10 reti grazie agli 8 rigori trasformati. L’anno successivo è passato al Lione ma le prestazioni non sono Luciano Monzonstate più le stesse. Il Catania l’ha acquistato per coprire il buco lasciato da Marchese ma l’argentino è in grado di giocare anche come esterno di centrocampo in un 3-5-2 visto le sue ottime doti atletiche. Perchè comprarlo al Fantacalcio? Partito Francesco Lodi, il Catania non ha più un tiratore di calci di rigore e punizioni. Vero, c’è Bergessio ma uno con il suo piede sinistro non si può certo ignorare. Quindi consigliamo vivamente il suo acquisto sperando che, come sempre, i dirigenti del Catania abbiano fatto centro.

Izco, bandiera rossazzurra capostipite degli argentini (La Sicilia 17.08.2013)

Arrivò quasi da sconosciuto, dopo pian piano s’è fatto largo trovando sempre posto tra i titolari

“Un giorno, magari non ancora vicino, perché c’è tempo per altre esperienze, Mariano Izco racconterà in un libro la sua avventura a Catania, primo argentino di una colonia che sembra non avere fine. «Avevo capelli lunghi e sguardo spaesato. Piangevo, in quella stanza dell’albergo austriaco, sede del ritiro e mi chiedevo chi me l’avesse fatto fare. Pensavo di non farcela. Casa distante anni luce, ambiente sconosciuto, non parlavo una sola parola di italiano. E avevo davanti a me un colosso insormontabile: la Serie A». Il Catania l’aveva appena riconquistato quel posto perso anni prima, poi scippato da decisioni vili e non certo comprensibili. S’era arrampicato nuovamente sfoderando gli artigli. Gli stessi artigli che Mariano (affettuosamente i tifosi lo chiamano anche Marianito) Izco ha adoperato giorno dopo giorno, partendo da ultima riserva, ragazzino pagato due soldi (del resto era uno sconosciuto, una piacevole scommessa, poi vinta) fino ad arrivare ai gradi di capitano, in coabitazione con Marco Biagianti, di una squadra che ha accolto altri connazionali, ha sofferto, si è salvata, ha alzato l’asticella fino a diventare non più una sorpresa, ma una squadra rispettata, che fa dall’attacco il proprio punto di forza. Izco che posto avrà in questo Catania votato alla fase offensiva? Quando si compongono le squadre d’estate, per lui mai c’è un posto fisso. Poi vai a riguardare le presenze dal 2006 a oggi e leggi numeri non certo da comprimario: 19, 32, 27, ancora 32, 18, 25 fino alle 35 presenze della stagione appena trascorsa. Fanno 188 partite. Numeri importanti per Marianito che in estate, prima delle vacanze aveva confessato: «Magari arrivo a quota 200, sarebbe un record personale importante, che mi legherebbe ancora di più alla città, ai compagni, a chi mi ha dato fiducia in questi anni». Potremmo esserci quasi, un altro piccolo sforzo e il capostipite degli argentini diventerà un monumento in… movimento. Un monumento che corre legando i tre reparti e facendoli diventare una sola cosa. Ci sono calciatori che in estate movimentano i pensieri dei tifosi attenti al mercato. Izco è un fuori concorso. Ogni tanto spuntano voci strane (ma vi ricordate della Roma due stagioni fa?) che risultano poco veritiere. Perché in un calcio strano, senza cuore e senza sentimento alcuno, ci sono alcuni personaggi che fanno eccezione. E Mariano, accostato al Catania, resta un piccolo miracolo umano, una sorta di simbolo carne e ossa in un mondo in cui contano soltanto quattrini, risultato, e strategie legate ai numeri. Quando spunta la faccia sorridente di un ragazzo che resiste alle intemperie di questo ambiente, allora è giusto celebrarlo come merita. Perché, al di là del legame che Izco ha con Catania, c’è un rendimento in costante crescita a fungere da garante.


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