STAMPA – Ventura, errori e reazione granata

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

E Ventura chiede al Torino una reazione (La Gazzetta dello Sport)

“Sulla carta la trasferta al Sant’Elia doveva essere la prima partita abbordabile dopo un calendario in costante salita. E’ finita invece con l’ennesima beffa: granata puniti da due gol su palla inattiva, sconfitti al termine di una partita a lungo controllata senza mai premere sull’acceleratore. Un bel gol, quello di Immobile, poi una gara al piccolo trotto, prima della beffa sui titoli di coda. Durante la sosta, toccherà a Gianpiero Ventura capire che cosa si è inceppato. 21 gol subiti in 12 gare (10 un anno fa), 4 sconfitte ma soprattutto 6 pareggi non fanno brodo. La classifica sempre più corta e il rischio di finire nella zona rossa possono aver condizionato la mente dei giocatori, gli infortuni con l’obbligo di turnover e cambiamenti di modulo hanno fatto il resto. Il tecnico granata dovrà lavorare sulla testa prima ancora che sulle gambe per evitare a giocatori più belli che cattivi di finire nelle sabbie mobili della retrocessione. Da oggi squadra al lavoro senza Cerci, Maksimovic e Basha (in nazionale), con l’obiettivo di recuperare in vista del Catania alcuni infortunati come Farnerud, Rodriguez, Barreto e Pasquale.

Toro,non solo il portiere: pagati gli errori delmercato (La Stampa)

“Manca qualità e un’alternativa a Cerci

“Non le ha mai apprezzate le soste di campionato, perché accusate di spezzare la continuità del lavoro, ma questa volta la pausa in serie A sarà utile a Giampiero Ventura e fondamentale per il Toro. L’obiettivo non è solo quello di recuperare i tanti giocatori infortunati, ma anche e soprattutto di curare la testa e il cuore della squadra granata. Con calma e senza la pressione dei risultati settimanali, però questi giorni saranno decisivi per capire perché il Torino viaggia su ritmi così bassi (12 punti in 12 partite, ben tre in meno dello scorso anno) ed è apparso così poco feroce, combattente e cinico nell’inaspettata sconfitta diCagliari.Quella domanda formulata dallo stesso tecnico granata al Sant’Elia dopo la partita («Abbiamo avuto una supremazia impressionante, perché non abbiamo vinto?») risuona ancora nelle orecchie dei giocatori e del presidente Cairo. Evidentemente qualcosa non ha funzionato in campo domenica pomeriggio, perché Ventura si aspettava tutto un altro tipo di risultato, ma la sconfitta in Sardegna evidenzia i problemi di un Toro che è stato assemblato in un certo modo (il 3-5-2) ed ora sta cercando di percorrere tutto un altro tipo di strada. A partire dalla difesa a 4 per tamponare la grande quantità di gol presi (21, quarto peggior reparto del torneo), passando da un centrocampo in cerca di identità ed arrivando ad un attacco votato al tridente per far rendere Cerci (devastante sulla fascia, ingabbiato come seconda punta). La rivoluzione granata è senza sosta, visto che nelle ultime tre partite il Torino è partito sempre con un modulo diverso e poi l’ha cambiato in corsa, ma non ha ancora portato i frutti sperati. La mancanza di qualità in certi settori e di utili ricambi in altri hanno penalizzato un Toro che non può fare pienamente il «vecchio» 4-2-4 (mancano gli esterni di ruolo), fatica tantissimo nel 3-5-2 (vedi il caso di Glik) e si trova «costretto» ad affidarsi a Vives. Un regista che in estate era sulla lista delle cessioni e quest’anno doveva fare la riserva. Gli errori nella costruzione estiva non mancano. Cairo ha investito forte su Alessio Cerci, grazie anche alla plusvalenza effettuata con Ogbonna che ha permesso di chiudere in pareggio ilmercato,ma non è bastato per l’atteso salto di qualità. L’azzurro si sta dimostrando un vero top player e ha portato il 70% dei punti della classifica, però non ha un sostituto in squadra e nel Toro non c’è un’alternativa di gioco in caso di giornata-no dell’esterno


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