STAMPA/Amarcord – Catania in serie A dopo 23anni

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Catania in serie A dopo 23 anni Toro e Mantova ai play-off (Repubblica)

“Dopo l’Atalanta, promossa amche la squadra siciliana Per il terzo posto corsa a 4: insieme a granata e lombardi, Cesena e Modena

“Catania promosso in serie A dopo 23 anni, Modena e Cesena ai play-off e AlbinoLeffe e Avellino al play-out: sono gli ultimi verdetti del campionato di serie B che ha bocciato i residui sogni promozione di Arezzo, Bologna e Brescia e ha visto Vicenza e Rimini raggiungere a braccetto la salvezza. Il Catania batte 2-1 l’AlbinoLeffe e rende vano il successo del Torino (3-0) sulla Cremonese. I granata dovranno disputare ora i play-off, sfidando in semifinale il Cesena che, piegando 2-1 il Verona, ha preceduto per migliore differenza reti ( 12 contro 11) l’Arezzo vanamente vittorioso (2-3) a Piacenza. Nell’altra semifinale il Mantova, che ha pareggiato 0-0 con il Pescara, affronterà il Modena che solo al’85’ ha colto a Bergamo (0-1) con l’Atalanta i 3 punti necessari per rimanere in corsa per la promozione. Inutile 3-0 del Bologna sul Catanzaro. Il Crotone ha inflitto l’ennesima punizione al Brescia, battendolo per 4-2. In coda lo scontro diretto tra Vicenza e Rimini è finito 0-0 mentre l’Avellino è passato agevolmente (0-2) a Terni. Infine Bari e Triestina hanno chiuso la loro stagione con un pareggio (1-1). CATANIA-ALBINOLEFFE 2-1 In un Massimino gremito il Catania non fallisce l’obiettivo 3 punti contro l’AlbinoLeffe, tornando in serie A dopo 23 anni. Un successo sofferto quello degli etnei che solo nella ripresa sono riusciti a venire a capo di una squadra che fino in fondo ha provato ed evitare la sconfitta. In vantaggio già al 15′ grazie a un colpo di testa di Spinesi su cross dalla destra di Baiocco, non trattenuto da Ginestra, il Catania ha commesso l’errore di sedersi, consentendo all’AlbinoLeffe di arrivare al pareggio al 41′: Iacopino dalla sinistra ha centrato per Russo che con un preciso pallonetto di sinistro ha scavalcato Pantanelli. Nella ripresa il Catania è sceso in campo determinato a conquistare l’intera posta e dopo appena 8′ ha centrato l’obiettivo: Caserta ha pescato in area Del Core, subentrato a Russo, che con un preciso tocco sottomisura ha infilato il pallone in rete anticipando Ginestra in uscita. Da quel momento in poi gli etnei hanno controllato con maggior attenzione il risultato, correndo un piccolo brivido solo su una conclusione da lontano di Previtali che ha sfiorato il palo.

La festa di Catania in A dopo 23 anni Battuto l’ Albinoleffe, storica promozione (Corriere della Sera)

“In barba alla scaramanzia la festa era cominciata almeno 24 ore prima della vittoria 2-1 sull’ AlbinoLeffe. Dopo la delusione di Lecce i tifosi non avevano dubbi e hanno avuto ragione. Netta la superiorità degli uomini di Pasquale Marino che, di contro, avevano solo un eccesso di tensione. Passato in vantaggio al 15′ con Spinesi il Catania pensava di aver chiuso i conti ma è stato sorpreso dall’ unica occasione buona dell’ AlbinoLeffe, in rete allo scadere del primo tempo con Russo. La paura della beffa è durata appena un quarto d’ ora. All’ 8′ della ripresa è stato Del Core a spalancare definitivamente le porte della serie A mentre dentro e fuori lo stadio esplodeva la festa. Col passare delle ore anche il bianco e nero delle facciate barocche di via Etnea ha pian piano ceduto il passo al rosso e all’ azzurro. I colori di una passione tenuta a freno per ben 23 anni. Quasi un quarto di secolo dall’ ultima volta in serie A. Gli anni del presidente Angelo Massimino cui oggi è intitolato lo stadio. Anni difficili in cui la squadra ha anche subito l’ umiliazione della retrocessione nel campionato dilettanti e che Catania ha vissuto come una congiura da parte dei potentati del calcio. Dopo le lunghe lamentazioni, le rivolte contro Carraro, ora arriva la riscossa. E arriva meritatamente sul campo, proprio nei giorni in cui quel calcio dei potenti vive la sua stagione più nera. C’ è anche questo nell’ esplosione di gioia dei tifosi. Una promozione che è anche il trionfo personale di un catanese come il presidente Antonino Pulvirenti, che ha mantenuto la promessa di portare la squadra in A nell’ arco di tre anni, e di un altro siciliano pacato ma deciso come Marino. «Il campionato di B è veramente duro – commenta il tecnico – con due sole promozioni e 22 squadre non è stato facile non avere cali. Comunque è andata bene». Ora c’ è chi spera che la riscossa di una squadra possa essere l’ occasione per il riscatto di tutta una città che nel suo complesso sembra ripiegata su se stessa. Da anni ormai Catania non è più la «Milano del Sud» ma piuttosto la comoda cuccia di palazzinari e speculatori che si spacciano per imprenditori. E anche il sogno dell’ Etna Valley deve fare i conti con la difficile congiuntura internazionale. Ancora alti i tassi disoccupazione giovanile mentre la mafia continua ad essere una presenza soffocante imponendo la legge del «pizzo» alla quasi totalità dei commercianti. Ma per il sindaco Umberto Scapagnini «la città è già in serie A e adesso vi approda, meritatamente e senza l’ aiuto di nessuno, anche il Catania calcio», mentre secondo il presidente della provincia. Raffaele Lombardo, «questa vittoria è il simbolo del riscatto di una Sicilia e di un popolo che può farcela ben oltre il significato sportivo dell’ evento». Per un soffio, vista la retrocessione del Messina, la Sicilia calcistica non riesce a coronare un altro sogno mai realizzato: vedere tutti e tre i suoi principali club in serie A. In compenso le tifoserie pregustano il sapore dei derby Catania-Palermo

Il Catania in Serie A (Criluge)

“Incominciamo con la lista delle statistiche stagionali del Catania: i record e le statistiche, rapportate come sempre al passato, le curiosità, i personaggi… Nella prima puntata iniziamo dall’evento in se stesso: la promozione! Il Calcio Catania ha conquistato la 12a promozione della sua storia, la 10a sul campo, la 15a comprendendo quelle della SS/ACF Catania. Per la seconda volta (!) la promozione arriva dopo una partita a Catania: era già successo solo nel 1998-1999 in occasione di Catania-Juveterranova 1-1. Nel 1933-1934 il Catania salì in Serie B dopo la vittoria casalinga contro la Biellese, ma non era il Club Calcio! È la quinta promozione dalla Serie B alla Serie A, la prima conquistata a Catania: precedentemente la squadra era stata promossa in A dopo lo 0-0 a Como (1953-54), l’incredibile sconfitta per 4-2 a Brescia (1959-60), il 3-1 conquistato a Reggio Calabria (1969-70) e lo 0-0 contro la Cremonese negli spareggi di Roma (1982-83). Questi sono i quattro tabellini di quelle splendide promozioni: Maurizio Anastasi è il 13° giocatore a conquistare una doppia promozione con la maglia del Catania: era già successo a Fusco, Seveso (l’unico due volte in A), Labrocca, Morra, Sorrentino, Mignemi, Belnome, Bonanno, Corrente, Cristaldi, Sparti e Monaco. Pasquale Marino invece è il quarto tecnico ad aver portato il Catania ad una promozione dopo averla conquistata anche da giocatore: segue a ruota Lorenzo Barlassina (in B nel 1979-80 da centrocampista, nel CND, ma non sul campo, nel 1993-94 da tecnico), Piergiuseppe Mosti (in A nel 1982-83, da difensore, in C2, ma venendo sostituito da Busetta prima della fine del campionato, nel 1994-95 da tecnico) e Maurizio Pellegrino (in C2 nel 1994-95 da centrocampista e in B nel 2001-02 da tecnico con Francesco Graziani). Ma è l’unico che lo ha fatto senza se e senza ma: ha conquistato la promozione sul campo, guidando la squadra dal precampionato alla fine e da solo. Se includiamo anche l’SS e l’ACF Catania i giocatori con una doppia promozione diventano 14: si aggiunge Cocò Nicolosi salito in B nel 1934 e nel 1949. Come allenatori, vanno aggiunti Giovanni Degni e Carmelo Di Bella, che hanno conquistato la promozione da giocatori rispettivamente nel ’34 e nel ’39 e da allenatori nel ’39 e ’49 Degni (sostituito da Messora e poi da Banas) e nel ’60 Di Bella. Il Catania quest’anno ha sfatato il tabù del secondo posto: fino ad ora, nelle quattro promozioni, aveva vinto il campionato ’54 ed era arrivato terzo (considerando la differenza reti) nel ’60, ’70 e ’83. E, stranissimo ma vero, il Catania non è mai arrivato al secondo posto in classifica da solo: nel 1977-78, anno dello spareggio-promozione perso contro la Nocerina, i rossazzurri di Matteucci arrivarono primi e furono secondi solo in virtù dello spareggio; nel 1969-70 il Catania arrivò secondo ex-aequo con il Foggia, che aveva però una migliore differenza reti…

Il Catania vince la volata Torino punta sui playoff (Il Giornale)

Con i granata Mantova, Modena e Cesena per la terza promozione

“Il Catania torna in serie A, raggiunge l’Atalanta già promossa; il Torino va ai play-off assieme a Mantova, Modena e Cesena per contendersi la terza promozione. Quasi una piccola beffa per i granata che per una manciata di minuti – 11 – erano virtualmente promossi, vincevano facile contro la Cremonese e l’Albinoleffe guidato da Mondonico, bandiera torinista dei tempi andati, con la rete di Russo aveva agguantato il Catania fuggito all’inizio con il solito Spinesi. A parità di classifica il Torino era favorito nei confronti diretti. La svolta all’inizio della ripresa, anzi nell’intervallo: premiata l’intuizione tattica dell’allenatore degli etnei Pasquale Marino, fuori Russo e dentro Del Core ed era proprio quest’ultimo al settimo minuto a segnare il gol-promozione. Un ritorno, 23 anni dopo la retrocessione del 1983-84, che il Catania ha sofferto nel lungo duello con il Torino, un solo punto il vantaggio dei siciliani a metà stagione, poi lievi crisi quasi contemporanee e poi la volata finale con lo stesso passo, ricca di emozioni ma con i rosso-azzurri sempre davanti, con la regia di De Zerbi e i 36 gol della coppia Spinesi-Mascara. Al Torino di De Biasi la soddisfazione della migliore difesa, 31 gol nelle 42 partite e la conferma di un ritrovato orgoglio da buttare con valore decisivo nella mischia dei play-off.

Del Core: «Anche in Brasile i tifosi del Catania…» (La Sicilia 27.05.2013)

“Il gol promozione, una sensazione bellissima, che mi emoziona

“Dal 28 maggio 2006 al 25 maggio 2013. Sette anni dopo, Umberto Del Core segna sempre nella stessa porta, quella sotto la curva Sud dello stadio Massimino. Allora, quell’indimenticabile gesto regalò al Catania la Serie A, ieri l’altro ha dato un sorriso in più ai bimbi che soffrono, ospiti del Policlinico di Catania. Del Core non è cambiato. Lo inseguiamo di corsa, un po’ come fece Lo Monaco quando, dopo quel gesto storico, scattò per metri e metri pur di abbracciarlo: «Tornare qui è come rivivere un sogno». Mancava da anni. «Non sono mai tornato dopo le poche partite in A e la cessione al Cesena. Per non dire del ritiro precampionato del 2008, quando allenatore rossazzurro era Baldini. Non giocai, passai al Foggia e lì tornai a fare bene: 12 reti in 40 partite». Ha girato in lungo e in largo per l’Italia, alla fine ha segnato 103 gol in carriera: niente male, visto che lei fa la seconda punta. «Foggia, Perugia, Andria, Martina, Fano… Ma la mia meta è un’altra». Il Brasile? «Esatto, sa dove andrò nei prossimi due mesi? ». Risposta scontata. «Un giorno mi piacerebbe vivere lì, sono innamorato del Brasile. E di Catania, perché il rapporto con i tifosi era bellissimo, come quello che si vive nelle favole». Rivede ancora il gol promozione? «Certo, spessissimo. Ma ci sono altri ricordi». Per esempio? «Il rapporto con i compagni, il girovagare per locali, dopo la vittoria del campionato». Quella cena al President, con il suo ex compagno di squadra, Sanseverino, e con Giorgio Fiorentino, maestoso maitre… «Era un piacevole pegno da pagare a chi mi aveva pronosticato goleador contro l’Albinoleffe». Il Catania di oggi quanto sta crescendo? «A volontà. Noi abbiamo tracciato una strada, i ragazzi di oggi sono vere e proprie star, e meritano l’affetto del pubblico, meritano i successi che stanno raccogliendo e che, nei prossimi anni, centreranno ancora». Perché quell’anno il Catania vinse il campionato? «Aveva un organico forte, passionale, un gruppo di amici, guidato da un allenatore favoloso. Sono un uomo del Sud, sono nato a Bari Vecchia. Catania è stata per due anni la mia seconda casa». Quando si parla di giorni storici, si rivive il suo gesto davanti al portiere avversario e la corsa, sullo stile di Tardelli. «In questi giorni il tempo si è fermato: ho rivisto persone alle quali sono legato e che mi hanno fatto sentire bene, importante, uno di famiglia. Sento spesso alcuni amici catanesi. Ma lo sa che, quando vado in Brasile, ne incontro a volontà? Specie nella zona in cui sono solito passare le vacanze. E, sì, mi parlano del gol promozione e delle emozioni che, ancora, oggi vivo dentro di me».

De Zerbi: «Sul motorino, travestito da tifoso…» (La Sicilia 27.05.2013)

Ho vissuto e amato sempre la città che amo, quella dei quartieri popolari

“La fantasia, sette anni dopo, torna sui luoghi del trionfo. Per chi si è perso quella splendida stagione del ritorno in Serie A, la fantasia era Robertino De Zerbi, un numero 10 che calciava la punizioni come Lodi, che lanciava i compagni alla perfezione. Catania l’ha amato intensamente, il suo passaggio al Napoli fu giudicato male: «Ma il mercato di quell’anno – ricorda durante un incontro in esclusiva – fu dettato da esigenze particolari. Mi sarebbe piaciuto restare». I ricordi della promozione sono vivi. «Vi racconto, adesso, particolari che non potevo rivelarvi allora. Quel giorno, dopo il match vinto in casa, contro l’Albinoleffe, festeggiai come e meglio di un tifoso». Cioé? «Un mio amico mi portò con il suo motorino in giro per la città. Non indossavamo il casco, cercai di non farmi riconoscere, inforcando occhialoni e calzando un cappellone grande così. «Portami a San Cristoforo», dissi. Quando i tifosi capirono che quei pantaloncini con il numero 10 erano i miei e che il passeggero, dietro quello scomodo, bellissimo, scooter, ero io, ce la filammo a tutta velocità». Sembravate due scippatori. «Grosso modo, la foto di quella sera fu proprio quella. Sembravamo due malintenzionati». San Cristoforo era la sua seconda casa. «Mi piaceva visitare la Catania non convenzionale. Dissi, il giorno del mio arrivo: non voglio avere a che fare con la città bene, le zone fricchettone. Voglio vedere la vera Catania, quella genuina, quella dei quartiere popolari». Così, la sera si andava a cenare… «Da Pippo… la vecchia. Era un locale che faceva angolo all’ingresso di San Cristoforo: mangiavo carne di cavallo deliziosa». Che stagione, quella del salto in A, Robertino… «Ricorderò per sempre l’esordio: giocavo contro il mio Brescia. Feci gol su una punizione bellissima, più un assist». Fu la marcatura più bella? «Forse, ma non dimenticherò altre realizzazioni». Per esempio? «Contro il Pescara: pallonetto, con il portiere che guardava: grande l’assist di Mascara. Contro il Cesena, un gol da tre punti che erano pesantissimi». E quella rimonta con il Piacenza. «A un minuto dalla fine si perdeva 1-0, in pochi secondi segnammo tre gol, io feci anche gol. E Trieste? Un pari prezioso anche lì». Perché, dopo aver giocato la Champions, ha terminato la carriera in D, a Trento? «Ho giocato 10 partite, segnando 3 gol dietro l’angolo di casa. Pensavo di fare l’allenatore, mi sono detto che, sì, negli ultimi quattro mesi mi sarei divertito». Vuole smettere davvero? «Mi avevano cercato, qualche tempo fa, Padova, Lanciano, Catanzaro, Carrarese. Tutto fatto. Sembrava tutto fatto, mancavano gli annunci, poi è saltato tutto». Allenare, ok: da chi ha imparato di più, in questi anni? «Due allenatori su tutti: Pasquale Marino e Mandorlini. Marino è stato un vero maestro, mi ha voluto lui a Catania e ho cercato di ripagarlo». Il Catania di oggi come lo ha seguìto? «Con interesse, con passione, con l’ammirazione che si può avere nei confronti di una squadra che cresce».


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