Spinesi: «Izco porterà esperienza, Biagianti avrebbe fatto bene al gruppo»

Giorgio Grasso

Il ritorno di Izco, l'esclusione di Biagianti

Spinesi, tu hai giocato con Izco: cosa ne pensi del suo ritorno a Catania dopo sei anni?
«Penso che fosse un ex giocatore già quando giocava con me, figuriamoci ora che ha trentasette anni (ride, ndr). Ovviamente la mia era una battuta. Il numero di presenze negli ultimi anni (diciotto in tre stagioni, ndr) non è molto confortante, va detto, però, se la società ha scelto Mariano è evidente che stia puntando molto sulla presenza di una pedina di esperienza, che sappia cosa significhi giocare nel Catania. Consapevolezza che è mancata ai giocatori rossazzurri negli ultimi anni, escluso Marco Biagianti e pochi altri».

A proposito di Biagianti: in questi giorni si sta discutendo molto di una sua possibile esclusione dal progetto Catania. Che idea ti sei fatto a riguardo?
«Difficile per me dire qualcosa, queste sono valutazioni che deve fare la società. Marco è un giocatore importante, perché, a prescindere dall’età avanzata e dai problemini fisici, è il capitano. È uno che conosce benissimo la piazza e che capisce l’importanza della maglia che indossa. Dopotutto è l’ultimo rimasto dei nostri tempi ed escludendo la parentesi a Livorno è sempre rimasto a Catania. Avrebbe l’esperienza per far crescere la squadra nel migliore dei modi».

La scelta di Izco, e il mancato – per ora – rinnovo di Biagianti hanno fatto molto discutere nell’ambiente catanese. Come spieghi la decisione presa dai dirigenti etnei?
«Io sono dell’idea che i giocatori di esperienza siano sempre utili. Faccio l’esempio di uno come Buffon alla Juventus o Pellissier al Chievo. Alcuni di loro, una volta smessi gli abiti da calciatore, sono diventati dirigenti, come Nedved o Zanetti. Altri sono stati assunti come “uomo immagine” del club di appartenenza. Secondo me il calcio ha bisogno di queste figure, ormai sempre più rare, per fare le cose per bene e non lasciare niente al caso».

Stai dicendo che vedresti bene Biagianti, e in seguito anche Izco, come futuri dirigenti del Catania?
«Non è facile dirlo: il ruolo da dirigente è tutto un altro mestiere rispetto a quello di calciatore. Dipende tutto dalle valutazioni della proprietà».

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