Condizione fisica precaria, che ha mietuto vittime in ogni settore di gioco. Situazione disciplinare caratterizzata dalle troppe ammonizioni e dai tanti diffidati, ormai ad un passo dalla squalifica. Il prospetto delle indisponibilità correnti è già complicato com’è. Quello futuro, almeno fino a Gennaio, a meno di recuperi (in)attesi, ha la forma di una bomba con la miccia accesa, pronta ad esplodere nella mani di Sannino. Che oltre al ruolo di allenatore deve svolgere quello di artificiere.

Quindici giornate dall’avvio del campionato e Sannino continua ad avere tra le mani una squadra a due velocità. Soggetta puntualmente ad infortuni. Esasperante. Tanto da portare, nel corso della gara col Varese, al confronto pubblico tra allenatore e preparatore. Indecifrabile nei contenuti, nella sua eccezionalità l’episodio non rassicura. Né che a Martinho, ultimo infortunato della lista, non ne seguiranno altri. Né che primi o secondi tempi ‘senza benzina’ finiranno, presto e per sempre. La speranza resta. I fatti raccontano altro.

Quattordici giornate e..non bastassero gli infortuni. Ormai circa 50 cartellini gialli, 5 rossi, valsi dodici giornate di squalifica. Sei i giocatori resi indisponibili in passato, ultimi Escalante e Capuano. Cinque attualmente diffidati (Castro, Gyomber, Sauro, Calello, Martinho) a rischio squalifica. Una miscela esplosiva. Che impone d’esser maneggiata con cura. Quella, necessaria al tecnico, per regolare il ritorno in campo di giocatori recuperati, anche solo parzialmente. Inficiata a da quella, mancata in campo, per evitare ammonizioni inutili. Che impone di rischiare giocatori a mezzo servizio. Anche a costo di ritardarne il pieno recupero. O peggio (vedi Almiron, Calello etc.).

In tutto questo, Sanino che può fare? Si dispera per 90’ a partita. Durante tutta la settimana soffia sulla miccia accesa, predicando calma. Nel tempo che rimane, allena i giocatori rimasti a disposizione. Chissà se, tornato dall’Inghilterra, immaginava proprio dover far questo?