DOSSIER VENTRONE – Infortuni: casi ed accuse simili a Livorno, Ajacco, Atalanta e Bari

Giovanni Famulari

Eppure tutto era iniziato nel migliore dei modi. Nella gara di Coppa Italia, a Cagliari, Maurizio Pellegrino ebbe a disposizione l’organico al completo ed a conti fatti è stata l’unica volta in cui ciò accadde, visto che già in quella partita Almiron ebbe un risentimento e fu il primo (escluso il lungodegente Rolin, out già dalla passata stagione) a varcare le porte dell’infermeria di Torre del Grifo.

Da lì in poi i numeri dicono 21 infortuni muscolari ed in situazioni del genere è il preparatore atletico il primo componente dello staff a finire nell’occhio del ciclone. Colui che cura la preparazione fisica ed individuale degli atleti, con allenamenti mirati per prevenire gli infortuni muscolari e/o individuali per permetterne il pronto e sicuro rientro tra i disponibili.

La Serie B di certo non aiuta, infatti una delle cause che solitamente possono spiegare un tale aumento di infortuni riguarda la presenza di partite ravvicinate che espongono maggiormente i giocatori al “rischio” e non consentono di svolgere la classica settimana di lavoro completa comprensiva di scarico e recupero. La cadetteria in pratica non si ferma mai fino al 27 dicembre e di fatto molti giocatori sono stati costretti a “guarire” sul campo giocando in condizioni anche al di sotto del 50%.

Abbiamo chiesto ad alcuni colleghi in giro per l’Italia, un parere sull’attuale preparatore Ventrone che ha svolto diverse esperienze durante la sua carriera ed è arrivato alle falde dell’Etna con i gradi di “lusso per la cadetteria”. Ragioni basate sulla competenza nel settore ed il continuo aggiornamento dei suoi metodi di lavoro, adattati al calcio moderno, fatto di fisicità e velocità a discapito delle qualità tecniche. Ecco quanto accaduto nelle sue gestioni più recenti.

A Livorno (nel campionato 2007-2008 di serie A) Ventrone fu allontanato dopo 9 turni. La squadra aveva conquistato appena 2 punti ed evidenziato un “problema prettamente atletico” (parole del tecnico, Camolese). Rincarò la dose il presidente Spinelli che ammise come il preparatore atletico “pagò i tanti, troppi, infortuni che colpirono i giocatori amaranto nei primi tre mesi di lavoro ed una preparazione fisica dura alla quale i calciatori non erano abituati”.

Pochi anni dopo Ventrone seguì il tecnico Conte nell’esperienza di Bari (serie B 2008-2009). Anche allora non mancarono tanti, troppi infortuni. Ma una stagione esaltante, con il primo posto in classifica e la promozione diretta nella massima serie, appianò ogni accusa. Il giornalista Franco Cirici de “La Gazzetta dello Sport” dice : “Ventrone è un grandissimo professionista, preparato come pochi e sempre aggiornato sui metodi innovativi della preparazione atletica. Anche a Bari ha portato grosse novità, ma è probabilmente un personaggio s comodo nel mondo del calcio, a causa del suo elevato carisma. Quel Bari volava sin dalle prime giornate e chiuse addirittura in crescendo quel campionato. Non assocerei i vari infortuni occorsi ai suoi metodi, ogni giocatore ha la propria ‘cartella clinica’.”

Il giornalista Guido Maconi de “L’eco di Bergamo” parla invece così della breve esperienza di Ventrone in Lombardia, all’Atalanta. Sempre al fianco di Conte. Anche allora gli infortuni non mancarono: “Giampiero arrivò nel settembre 2009 ed andò via a Gennaio 2010 quando l’allenatore Conte presentò le dimissioni alla società orobica. Non seguì quindi lui la preparazione estiva, ma molti giocatori patirono i suoi metodi di allenamento duri ed inusuali (vedi l’utilizzo della musica militare come sottofondo delle sedute atletiche). Il numero di infortuni in quel breve periodo fu comunque elevato e la squadra chiuse il girone d’andata con appena 14 punti in 18 partite. Non posso comunque dare un giudizio completo e totale sul suo lavoro visto il davvero esiguo periodo in cui Ventrone operò a Bergamo”.

Ultima esperienza prima di Catania, Ajaccio. Campionato francese. Fabrizio Ravanelli come allenatore. Dieci infortuni accompagnati dalle rivelazioni del quotidiano ‘L’Equipe’ sul metodo-Ventrone. Il presidente del club, dopo l’esonero di tecnico e staff, dichiarò “con la nuova guida tecnica gli infortuni si sono casualmente ridotti del 70% e negli anni precedenti non c’erano mai stati così tanti guai muscolari in squadra”. A Catania, davanti ai numerosi infortuni, l’addì Cosentino dichiarò, il 7 ottobre: “Non ho elementi per associare il numero di infortunati al metodo di allenamento del preparatore. E’ un caso, non c’è spiegazione. Ventrone ha la mia piena fiducia. Finché ci sarò io al Catania, lui resterà a svolgere il suo incarico”. 

Insomma la meticolosità di Ventrone sia sul campo sia in palestra viene riconosciuta univocamente da tutti. Nulla viene lasciato al caso. Ma le sue squadre fanno fatica inizialmente a digerire i nuovi metodi di lavoro. Pagando spesso con infortuni. Il Catania sapeva o doveva sapere a chi stava affidando i propri atleti. Nessun mistero. Erano dunque preventivabili le difficoltà alle quali i giocatori sarebbero potuti andare incontro, in special modo vista la particolarità conclamata dei metodi di lavoro di Ventrone. Pertanto, la scelta di un preparatore atletico così particolare andava accompagnata all’allestimento di un organico maggiormente assortito sia in termini numerici sia in termini di composizione strutturale (con la presenza di giocatori integri dal punto di vista fisico, e senza alle spalle acciacchi della passata stagione).

Effetti delle scelte incongruenti: Il girone d’andata sta ormai volgendo al termine ed il rendimento della squadra è ben al di sotto delle aspettative, servirà una notevole risalita in classifica, simile ad oggi ad una vera e propria impresa.

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