Ciccio Famoso, i ricordi degli amici e la proposta: «Intitolargli curva Sud»

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Redazione

La proposta di intitolargli la curva Sud, ma anche ricordi. Il suo volto davanti allo spettro del fallimento del Catania. La tessera della Falange d’Assalto. I cori lanciati al ritmo di Minnie the moocher alla fine di una trasferta a Palermo. Il dolore per la scomparsa di un fratello maggiore. La morte di Ciccio Famoso, fondatore e leader storico del movimento ultra catanese, ha scosso ieri tantissime persone e non solo catanesi.  MondoCatania ha contattato, tra queste, alcune di quelle che con Ciccio Falange hanno percorso un tratto di strada o anche solo bevuto un lungo caffé ma, in entrambi i casi, sempre e solo sotto il segno della passione per il Calcio Catania.

«Sono convinto che i ragazzi della Sud riusciranno a ottenere l’intitolazione a Ciccio Famoso della curva in cui  la Falange d’Assalto è nata. È il minimo che la città gli possa dedicare». Giuseppe Tattaresu, presidente del Club Angelo Massimino, ha vissuto grandi avventure insieme a Ciccio Famoso, un amico che adesso piange con dolore.

«Siamo andati insieme a protestare a Roma, sotto la sede delle Figc, due volte. Entrambe per ribellarci contro il calcio dei potenti che voleva distruggere il Catania. In questo momento, sicuramente, lui starà lottando col Presidentissimo affinché gli faccia una squadra fortissima per vincere il campionato. Provo un grande dolore per la perdita di un grande amico che, più di chiunque altro nella nostra città, voleva bene al Catania . Se ne va un pezzo di storia. I suoi cori, che trascinavano uno stadio intero, resteranno sempre nei nostri cuori».

“In questo momento sarà lassù, insieme al Presidentissimo” G.Tattaresu

«Ho sempre trovato nei suoi occhi e nel suo volto una grande umanità e non l’arroganza di un leader». Giuseppe Rapisarda è un nome conosciuto, autorevole e apprezzato anche al pubblico radiotelevisivo come nell’ambito del tifo organizzato rossazzurro.

«Ho incontrato Ciccio Famoso per la prima volta nel 1993, al primo piano del tribunale di Catania. Si discuteva allora l’istanza di liquidazione del Calcio Catania e lui era dietro i vetri dell’aula. Ciò che mi ha colpito di lui, sono state la semplicità, i modi non da leader ultra, e come davvero dai suoi occhi si leggesse la sofferenza per quel pericolo di fallimento che lui avvertiva come un’istanza di morte. Di recente, dopo che in televisione dissi che il Catania era un treno in corsa verso il fallimento, mi fece contattare da un amico comune, ci incontrammo, ci prendemmo un caffè. Dandomi del lei mi chiese  come mai fossi stato così determinato nel fare quelle affermazioni in tv. Mentre glielo spiegavo, la mia determinazione di avvocato però scemava. Perchè mi faceva una grande tenerezza, ogni volta che ripetevo quei fatti oggi a tutti noti – ovvero la vicenda che ci ha portato all’umiliazione della serie C con penalizzazione – vedevo nuovamente lo stesso Ciccio Famoso conosciuto dietro i vetri di quell’aula di tribunale nel 1993. Ogni volta che sul Catania veniva detto qualcosa di negativo, per lui erano pugnalate e si poteva percepire la sofferenza che gli arrecavano».

“Ogni volta che si parlava male del Catania, per lui era una pugnalata” G.Rapisarda

«Per me che sono entrato in curva a 14 anni, nel 1986, era una sorte di fratello maggiore. Lo ricordo come uno strenuo innamorato di questa città e di questi colori». Prima di entrare in politica, Salvo Pogliese è stato fondatore del gruppo ultra degli Indians, il cui striscione ai tempi era posizionato in curva Sud poco distante da quello della Falange d’Assalto.

«Il nome di Ciccio viene associato in maniera indelebile e inequivocabile ai colori rossazzurri. È stato il primo a fondare un gruppo ultra a Catania e ha accompagnato in curva generazioni e generazioni. Anche nei momenti di formale assenza della Falange, lui è stato sempre il capo indiscusso della curva. Credo che venerdì ci sarà un’intera città a rendergli omaggio».

“Ha accompagnato in curva generazioni e generazioni di tifosi” S.Pogliese

«Ha finito di soffrire. Come sempre ha combattuto facendo tutto quel poteva fare». Parla Vito Straguzzi, l’ultra che per anni ha rappresentato l’essenza dello striscione del club Vecchia Guardia Catania, portato in giro per l’Italia e spesso fianco a fianco proprio a quello della Falange d’Assalto.

«Ci conosciamo da una vita. Ricordo d’averlo incontrato nel 1979, quando fondò il primo gruppo di ultra organizzati del Catania. Io ho la tessera numero quattro.  Nel 2005, tra l’altro, ricordo che premiai lui, allo stadio Massimino, come il papà di tutti i club».

“È stato il papà di tutti i club” V.Straguzzi

«Sapevamo che, dopo essere entrato e uscito dal coma, l’avevano dimesso dall’ospedale perché non c’era più niente da fare». Luigi Pulvirenti è l’autore del libro Quando saremo tutti nella Nord, scritto a quattro mani col leader del gruppo A sostegno di una fede (sciolto recentemente).

«Ricordo la trasferta a Palermo, finita 3-3. Una trasferta che fu fondamentale per la salvezza del Catania, e il cui risultato per altro impedì al Palermo di andare in serie A. Eravamo tantissimi nel settore ospiti. Alla fine della partita prese il megafono e ci fece cantare per mezzora di fila sulle note di Minnie the moocher. Lui era felice e noi eravamo felici insieme a lui».