«Ciccio parlò alla squadra e…». Monaco e l’ultimo Catania-Taranto

fonte: catania.liveuniversity.it
Redazione

Catania-Taranto è, per i tifosi rossazzurri, una partita dal sapore diverso rispetto a tutte le altre. Sabato tornerà al Massimino a distanza di quasi 15 anni. Quell’ultimo precedente lo ricorda bene Gennaro Monaco. «Tifai in curva Sud, cantando insieme agli ultra», racconta a MondoCatania. Fu la vittoria che permise al Catania d’essere promosso in serie B. Nonostante l’ex difensore abbia poi cambiato maglia e indossato proprio la maglia degli allora rivali, è rimasto tifoso del Catania.

«Ricordo che, quel giorno, al Massimino c’erano 30mila catanesi. Lo stadio era stracolmo. Io, nonostante fossi squalificato, avevo fatto il riscaldamento insieme ai miei compagni, per caricarli a pallettoni. Poi però l’ispettore della Figc mi notò e mi buttò fuori dal campo. Addirittura, insieme ai carabinieri fu portato fuori dallo stadio. Mi fu intimato di allontanarmi. In pantaloncini e scarpette da calcio io, invece, feci una corsa da piazza Spedini fino alla curva Sud. I capi tifosi mi permisero di stare insieme a loro, sul piedistallo da dove venivano lanciati i cori. Per me fu un privilegio. Da lì abbiamo visto il gran gol di Michele Fini, che sarebbe poi risultato determinante per la promozione in serie B».

Gli allenamenti che precedettero quella sfida, per volontà dell’allora presidente Riccardo Gaucci, si svolsero al Massimino. L’intenzione era tenere la squadra, seppur in regime di ritiro, quanto più vicina possibile alla città e alla tifoseria.

«Durante la settimana ci siamo preparati con grande intensità e senza perdere il sorriso sulle labbra. Ricordo che fu una settimana particolare,quella che precedette la sfida col Taranto. I tifosi furono presenti a ogni allenamento. Ce n’erano almeno mille, sempre. Tra loro parecchi facevano parte dei gruppi organizzati. Alcuni dei miei compagni erano intimoriti da tutta quella pressione, temevano le possibili conseguenze di una sconfitta. Io dissi loro che non avevano nulla da temere, perché dovevamo vincere e avremmo vinto».

Monaco ricorda, in particolare, un episodio avvenuto poche ore prima della sfida d’andata. Il protagonista è Ciccio Famoso, il fondatore del movimento ultras catanese, che di recente è venuto a mancare.

«Due giorni prima della partita Ciccio Famoso chiese a Riccardo Gaucci un colloquio con la squadra. Lui acconsentì, perché sapeva che le parole di Ciccio non avrebbero potuto far altro che caricarci ancor di più. Ricordo che tutti noi calciatori fummo chiamati a rapporto e messi in riga fuori dal Massimino.  Ciccio ci fece un discorso bellissimo. Durante il quale si rivolse a Michele Fini, il giocatore tecnicamente più forte che aveva quel Catania, uno che poteva fare la differenza. Gli fece capire, con quella sua particolare cadenza nel parlare, che in campo non doveva incaponirsi a dribblare l’intera squadra avversaria: “Michele, basta con questo tic-tac, destra-sinistra. Finiamola, dobbiamo acchianare”, gli disse. Ci diede una carica impressionante. E Fini, in quella partita, segnò».

Il Catania fu promosso in serie B, mentre a Taranto montarono polemiche e accuse su presunte macchinazioni attorno al regolare svolgersi dello spareggio. Qualche anno dopo, proprio Monaco finì con l’indossare la maglia rossoblu. Inevitabile che il discorso, prima o poi, sarebbe venuto fuori.

«Nel calcio,quando si perde, si dicono tante nefandezze. Accettai la proposta del Taranto in quanto sono un professionista. Restai lì sei mesi, contribuendo a ottenere la salvezza. Quando mi fu chiesto conto della regolarità di quella partita, risposi che il Catania aveva conquistato la promozione sul campo. Avevamo dalla nostra un grande gruppo negli spogliatoi e una grande tifoseria sugli spalti».

Allenatore, oggi Monaco continua a seguire le vicende della squadra rossazzurra che ha da poco cambiato guida tecnica. A Pino Rigoli è subentrato Mario Petrone.

«Una decisione che doveva essere presa prima. A livello caratteriale,fuori casa, la squadra non è mai stata esaltante. C’è tempo e modo per recuperare, raggiungere i playoff e andare in serie B. Petrone è sempre stato in squadre vincenti. Il Catania, in questo momento, è tra le rose più forti. Adesso i calciatori non potranno più nascondersi. Andato via Rigoli, ognuno di loro deve dare qualcosa in più, specie fuori casa, dove il Catania pare una squadra diversa. Il nostro Catania, in casa, è cinico e alle volte devastante. Credo che sabato, contro il Taranto, vincerà nettamente».