Primo Piano: Tutti pazzi per Leto ed Almiron, pensando già a Pavoletti

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Ripartenza Almiron il pendolo del Catania (La Gazzetta dello Sport)

È tornato dopo l’infortunio Play e anche trequartista

“Recitava un vecchio slogan pubblicitario, quando il gioco si fa duro, i duri scendono in campo. E le due circostanze in questo caso si sono incontrate al momento giusto, nel posto giusto. Non ci sono infatti dubbi che il Catania attraversasse una situazione critica, soprattutto in trasferta e che di conseguenza era giunto il momento di ricorrere ad un «duro» come Sergio Almiron per cercare di risalire la china. In verità, ormai in molti avevano perso le speranze di poter fare affidamento sul centrocampista argentino visto che negli ultimi tempi aveva frequentato più l’infermeria che il campo di allenamento. Almiron è rientrato a Trapani per il derby che la squadra rossazzurra è riuscita a pareggiare in modo rocambolesco, recuperando un doppio passivo e sfiorando addirittura il successo che avrebbe probabilmente colto se nell’occasione finale Rosina fosse riuscito ad angolare un po’ di più quel tiro da ottima posizione risultato invece troppo centrale, sì da consentire a Gomis di salvarsi di piede, evitando alla sua squadra la prima sconfitta casalinga del campionato. JOLLY Tornado ad Almiron e al suo nuovo debutto, per così dire, di domenica, il trentaquattrenne di Santa Fe ha giostrato in diverse posizioni del campo alternando ruoli differenti durante l’arco dei 90 minuti. Intanto pochi, forse nessuno si aspettava che Almiron reggesse per tuta la partita, disputata per altro a ritmi piuttosto alti. Sergio ha cominciato nell’inedito ruolo di trequartista dietro all’unica punta, Leto. Ma naturalmente finiva per indietreggiare verso le zone di centrocampo a lui più consone, cedendo il passo a Rosina o a Martinho che erano i 2 esterni. Poi, quando Sannino è passato al definitivo 433 il nostro si è piazzato nel trio di centrocampo nella porzione di campo che gli è più familiare. Il recupero di Almiron è fondamentale per il proseguo del cammino rossazzurro, soprattutto perché consente al tecnico di poter utilizzare un uomo di sicura esperienza in svariati ruoli, come visto già a Trapani.

Catania, adesso tutti pazzi per Sebastian Leto (Giornale di Sicilia)

“Adesso, se l’attaccante argentino riuscirà a mantenere costanza di rendimento, i limiti offensivi del Catania, basati in questi ultimi anni su una sola punta, potrebbero essere risolti, con la proposizione tattica di due “bocche da fuoco”. Leto e Calaiò hanno caratteristiche tecniche diverse e potrebbero integrarsi perfettamente e dare consistenza al 4-4-2 che tanto piace, e visti i risultati è comprensibile che sia così, a Sannino. Ma tuuta la squadra, al di là dell’exploit di Sebastian, sta crescendo: in qualità di gioco e carattere. La risalita della classifica è già iniziata e ritrovare la fiducia nei propri mezzi è importante. Il «Massimino», tra l’altro, vede nuovamente imporre la sua durissima legge, cioè che non è facile uscirne indenni. Ci hanno lasciato le penne gli ultimi tre avversari, adesso la vittima predestinata sembra il Latina.

Sassuolo, Pavoletti nel mirino del Catania (TMW)

“Poco impegnato da Di Francesco in questa prima parte di stagione, l’attaccante Leonardo Pavoletti dovrebbe lasciare il Sassuolo a gennaio. Secondo SportItalia, sul centravanti classe ’88 è molto forte il Catania, club alla ricerca di un ulteriore centravanti per la seconda parte di stagione.

Antenucci “Dalla serie A calarsi in una realtà diversa non è facile. C’è gente che la serie B non l’ha mai fatta. Con il tempo torneranno a fare bene e almeno nei playoff riusciranno ad arrivare. Vincere non è mai facile, in nessuna categoria. Ma da qui a tre o quattro mesi tutto può cambiare”.


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