Il 24 settembre 1946

Vede così finalmente la luce il 24 settembre 1946 la nuova società, che ha per simbolo «una testa di elefante in campo rosso-azzurro», e la denominazione di Club Calcio Catania. I quotidiani salutano con euforia la decisione di «ricostituire dopo due anni di follia il vecchio sodalizio calcistico del Catania» e auspicano si possa «riportare la squadra rossazzurra al buon nome di una volta». Nell’atto di fondazione si legge che l’accordo è sancito nella sede provinciale del C.O.N.I. di via Costarelli 8, in presenza di Gianni Naso, Giulio Sterlini, Andrea Romano, Sebastiano Porto, Vincenzo Mannino, Giuseppe De Cicco, Antonino Maugeri, Giuseppe Avola e, naturalmente, di Angelo Vasta e Santi Passanisi Manganaro. Quest’ultimo inizialmente è nominato cassiere, ma successivamente assume la carica di presidente, mentre Angelo Vasta passa dal ruolo provvisorio di commissario straordinario a quello di vicepresidente. Il primo segretario è invece Andrea Romano. Infine il Duca Vespasiano Trigona di Misterbianco, «mai dimenticato presidente che guidò il Catania alle sue più belle affermazioni», accetta la presidenza onoraria ed anche Ruggero Albanese si riavvicina alla società entrando a far parte dei cosiddetti “soci vitalizi”. Fra gli altri dirigenti spicca Giuseppe Lorenti, proprietario dell’omonimo “Gran Caffè” di via Etnea sorto dalle ceneri dell’ex-birreria svizzera e punto di riferimento per tutti i cittadini catanesi, sportivi e non. Il nuovo sodalizio ha una strettissima parentela con il vecchio Catania pre-bellico come testimoniano, oltre al ritorno di molti dirigenti, la scelta del simbolo, dei colori sociali e della maglietta, che è rossa con banda orizzontale azzurra, identici a quelli della gloriosa S.S. Catania. Il “C.C.C.”, come viene spesso chiamata la compagine etnea negli stringati titoli dei quotidiani locali, inizia dunque la propria attività dal campionato di Serie C.»

(tratto da “Tutto il Catania minuto per minuto”)