Catania, cosa cambia tra arrivare 2° o 3°. Meno partite, bonus e più riposo

Davide Villaggio

Gli ultimi due k.o. con il Trapani in casa e col Matera in terra lucana hanno fatto slittare il Catania al terzo posto in classifica. Un punto sotto al Trapani, secondo. In conferenza stampa, Cristiano Lucarelli ha affermato di voler chiudere bene il campionato, contro il Rende, ma di non dar grandissima importanza al fatto di arrivare secondi o terzi, anzi. Ha lasciato intuire che il secondo posto avrebbe più contro che pro. Ma quali differenze possono esserci tra il piazzarsi nel terzo gradino della graduatoria o agganciare il secondo?

A novanta minuti dall’epilogo di questo campionato, gli etnei stazionano, per l’appunto, al terzo posto alle spalle del Trapani, che invece occupa la seconda piazza. Delle possibili combinazioni di risultati che determineranno la classifica definitiva, si è già scritto. La giornata di domenica decreterà chi tra le due squadre riuscirà ad accaparrarsi il secondo posto del girone e chi dovrà accontentarsi del terzo.

La squadra che alla fine delle trentasei giornate si piazza al terzo posto della graduatoria viene collocata come testa di serie nel tabellone degli spareggi promozione, all’altezza degli ottavi di finale (Fase nazionale, primo turno) dove, tramite sorteggio, affronterà una delle squadre che hanno superato il turno precedente. Naturalmente, in questo caso, la squadra terza classificata ha il vantaggio di giocarsi, nella sfida di 180’, il ritorno tra le mura amiche e, in virtù del migliore piazzamento, poter usufruire di due risultati su tre per qualificarsi al turno successivo. In caso di parità al termine delle due gare avrà accesso ai quarti di finale (Secondo Turno della Fase Nazionale) la squadra meglio classificata nel proprio girone. Inoltre, la squadra meglio classificata tra quelle del turno precedente, entra ai quarti come testa di serie insieme alle seconde. Motivo per cui, anche in questo caso, la migliore terza ha la possibilità di giocarsi nuovamente il ritorno della doppia sfida davanti il proprio pubblico, sempre con la clausola che in caso di pareggio alle fine dei 180′ avrà accesso alla Final Four la squadra meglio classificata.

Il vantaggio di arrivare secondi, permette solo ed esclusivamente il passaggio automatico ai quarti, evitando così gli ottavi di finale. In semifinale avverrà un sorteggio integrale senza teste di serie, che deciderà chi giocherà l’andata in casa e il ritorno in trasferta. Il posizionamento in classifica non conterà più e si procederà, in caso di parità nella doppia sfida, con supplementari prima e calci di rigore successivamente. Stesse modalità, per determinare il risultato, nella finale in gara unica che si disputerà a Pescara. Un ulteriore vantaggio, seppur relativo, si può considerare in un risparmio di fatiche per le seconde classificate. Il calendario prevede infatti che le terze dovranno scendere in campo tra domenica 20 e mercoledì 23 maggio, avendo una settimana in meno di preparazione rispetto alle seconde che, invece, scenderanno in campo una decina di giorni dopo, il 30 maggio. Oltre 20 giorni dopo aver giocato l’ultima partita di campionato. Una pausa che non piace a Lucarelli.

Insomma i vantaggi e gli svantaggi sono tutti riconducibili al solo turno da giocare in più avendo meno tempo per prepararsi nel modo migliore, ma la sensazione è che se si vuole arrivare in fondo a questi playoff, arrivando alla finalissima di Pescara, bisogna ottenere il massimo da ogni partita, che sia una in più o una in meno.