Striscione per Sandri
La curva Nord alza uno striscione in memoria di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso anni fa dal colpo di pistola di un poliziotto. POi continua a sostenere, come il resto dello stadio. L’impressione iniziale di una formazione “campata in aria” diventa una certezza, sugli spalti. Non è la prima volta che questa sensazione emerge e i mugugni cominciano a poco a poco a salire di tono. La squadra non si scuote, l’allenatore non cambia nulla, il Catanzaro prende ancor più campo e gli equilibri che si stabiliscono sul terreno di gioco lasciano l’impressione di una sfida senza storia e senza speranze, a meno di una rivoluzione sotto ogni punto di vista. I fischi che arrivano a fine primo tempo – poco dopo l’entrata in scena dei tifosi del Catanzaro, nel settore ospite – chiedono questo, si al tecnico che ai calciatori: una ripresa diversa sotto ogni punto di vista, sia tecnico, che tattico, che temperamentale. Sottil pare leggere bene almeno questa esigenza, e a inizio secondo tempo opera tre cambi.