«Facce da c… e rompic…». Replica a Proto e Pitino, PLM infuoca il «non-derby»

Redazione

Una conferenza stampa rovente, in buona parte dedicata a replicare ad alcune dichiarazioni fatte in settimana dalla nuova dirigenza del Messina. A pochi giorni dall’incontro del San Filippo, tra Messina e Catania, Pietro Lo Monaco usa parole più che colorite riguardo al nuovo presidente e al nuovo direttore sportivo del club peloritano. L’attuale amministratore delegato del Catania non dimentica, inoltre, di rivendicare quanto fatto a Messina negli anni in cui ne fu presidente.

Replica a Franco Proto (Presidente Messina)
«Dopo avere tentato di prendere lo Scordia e il Gela, Proto dice di essere riuscito a prendere una piazza a lui gradita. Il Messina. Faccio gli auguri a Proto. Gli auguro di avere la forza di spendere gli stessi soldi che ho speso io nel Messina. Naturalmente li spenderà meglio di me, considerato che sostiene di essere un vincente. Non sono un vincente come Proto dice di essere. Io ho vinto solo 12 campionati nella mia carriera, dalla serie D alla serie B. Ognuno può sostenere qualsiasi cosa davanti alle telecamere, ma è la storia che parla per noi. Gli faccio un solo appunto, a Proto. Dire che dopo Franza non c’è stato niente, mi sembra azzardato. Ricordo a Proto che, con le mie modeste capacità, non essendo un vincente come lui, ho vinto due campionati col Messina e gli ho lasciato la squadra in Lega Pro. Checché se ne dica. Quando arrivai a Messina la squadra non era neanche in condizione di iscriversi al campionato. Sono andato via da Messina per una mia scelta, lasciando 600mila euro di debiti e la squadra che anche prima degli spareggi con la Reggina era certo che sarebbe rimasta in Lega Pro. Sono andato via per una mia scelta personale. Il calcio è diretto alla gente. Se la gente non compra e non è presente, è disamorata e non sente la squadra bisogna prenderne atto.  Certe dichiarazioni, fatte da certe persone in determinati momenti, dimostrano che certuni hanno la faccia come il culo. Ricordo che io ho dato il Messina a zero euro. Anzi, ho anche pagato certe persone che adesso dicono di non avere preso un euro. Sono andato via da Messina rimettendoci soldi, senza prendere un euro. Credo di essere l’ultimo dei Mohicani per il mio modo di fare calcio».

Replica a Marcello Pitino (direttore sportivo Messina, la  scorsa stagione ds Catania)
«Pitino non ha mai curato la parte amministrativa della società. Sostiene che senza la loro opera, l’anno scorso, il Catania sarebbe fallito. Che sono state fondamentali le cessioni fatte l’anno scorso. L’anno scorso il Catania ha speso 4milioni di euro per l’organico. Si sono salvati all’ultima giornata per un palo. C’erano contratti elevati: per Calil 308mila euro l’anno senza contare la procura. Quella di Pitino è stata un’intervista poco opportuna specie quando ha parlato di arrestati e compagnia belle. Il Catania ha pagato per le tarantelle sugli arrestati, che Pitino ha tirato fuori anche stavolta. Noi non ne vogliamo più sentire di queste cose. Ci hanno rotto i coglioni. Si sta cercando di eliminare il gap tra le due squadre alimentando delle tensioni prima della partita. Perché Pitino ha tirato fuori queste cose prima di una partita come quella col Catania? Perché non parlava subito? Sul suo contratto dico che era in scadenza, quindi non c’era nulla da comunicare riguardo alla decadenza dal suo ruolo».

La partita di domenica
«Catania e Messina sono separate da 20 punti di differenza, sono tanti. Sarà una bella partita. Noi, tra l’altro, li abbiamo fatti nelle difficoltà. Abbiamo un obiettivo, quello dei playoff, ci siamo dentro e non l’abbiamo più mollato ma resta il rammarico perché se domenica avessimo vinto saremmo stati sesti in classifica. A Messina stanno preparando la partita della vita. Logico che sia così quando si affronta una sfida contro una squadra che ha fatto 20 punti in più. Per me non è un derby. Ma è una partita importante che affronteremo tenendo presente che noi ci chiamiamo Catania. Il nostro derby è col Palermo. Ogni partita mette in palio tre punti e noi dobbiamo affrontarla al massimo. La città di Messina, chiamata a raccolta, troverà una squadra rossazzurra pronta ad affrontare l’atmosfera che ci sarà al San Filippo. Il campo sarà giudice supremo di quello che sarà fatto. Mi auguro che da un punto di vista psicologico le ultime due partite non abbiano lasciato strascichi. Ad Agrigento abbiamo perso come peggio non avremmo potuto fare. Abbiamo consegnato i tre punti all’avversario. Perdere così è stato peggio che aver perso. Mi auguro che non abbia lasciato strascichi. Spero che potremo affrontare la sfida col Messina ad armi pari, almeno per atteggiamento in campo».