«La giudice del Tar dovrebbe astenersi dal giudizio», parla l’avvocato

Giuseppe Rapisarda

Il rinvio a sé stessa

La stessa giudice, a distanza di una settimana, dopo il contestato giudizio e il venir fuori della scomoda parentela, si scopre essere la presidente della sezione del Tar chiamata a decidere del futuro della serie B, del Calcio Catania e anche di Roberto Fabbricini. Per usare una metafora calcistica, è come se il pallone da lei rinviato, finisse direttamente a lei. Strano, o no? Nel mondo del calcio è classificata come una scorrettezza. Punita col cambio fallo. Nel mondo della giustizia sportiva, come dimostrato dai fatti, non lo è. È una situazione possibile, almeno quanto possibile è che agli occhi di chi guarda questa sia ragione di sospetto e pregiudizio. Se in più si aggiunge la questione della parentela, ecco che c’è una ragione in più per astenersi dal giudizio. Probabilmente non ci sarà alcuna astensione. E probabilmente si continuerà a perdere di credibilità, comunque vada la faccenda, estendendo il danno d’immagine anche ai tribunali dello Stato.