Derby, poliziotti criticano servizio d’ordine
«La gara non doveva neanche iniziare»

Redazione

«Vi erano tutti i presupposti perché il derby Siracusa-Catania non iniziasse». A dirlo è Alessandro Berretta,  segretario provinciale del sindacato catanese di polizia Coisp, che punta il dito verso l’atteggiamento di chi ha organizzato e diretto il servizio d’ordine per la partita giocata sabato, allo stadio De Simone. «La tolleranza verso i violenti – spiega – li ha convinti che in quella giornata sarebbe stato consentito loro ogni genere di affronto e violenza».

Prima dell’inizio della gara, anche i poliziotti – che accompagnavano alcuni tifosi del Catania in trasferta – sarebbero rimasti coinvolti negli scontri: «Gli agenti del decimo reparto mobile di Catania non appena arrivati allo stadio – spiega Berretta – sono subito diventati bersaglio di quattro provocatori, ignoranti ed incivili che li hanno accolti con il lancio di tre bombe carta che sono esplose proprio vicino ai mezzi. I citati poliziotti, subito dopo, hanno scortato i tifosi catanesi allo stadio ed ecco che una volta entrati, i citati malfattori del Siracusa hanno nuovamente lanciato otto bombe carta».

Il rappresentante del sindacato di polizia, oltre che la responsabilità diretta dei facinorosi, individua delle colpe anche in chi aveva il comando del servizio ordine. Che, a suo avviso, ha avuto un atteggiamento eccessivamente tollerante. Proprio a causa di ciò, secondo Berretta «tra il primo e il secondo tempo, hanno bersagliato le forze dell’ordine ed i tifosi ospiti con raffiche di pietre.  Incredibile ma anche in questo caso l’incontro non è stato sospeso!».  L’arbitro ha solo ritardato di 15′ il ritorno in campo delle due formazioni.

Le accuse del segretario del Coisp possono diventare ancora più nette verso i dirigenti in servizio sabato scorso: «Già in passato si è assistito, in occasione di eventi calcistici, un atteggiamento “passivo, inconcludente e pericoloso” da parte dei Responsabili dei servizi di ordine pubblico e ciò – sostiene Berretta – anche per timore di gli interessi economici che ruotano intorno al calcio». Il sindacato, attraverso un comunicato, ha chiesto l‘apertura di una indagine su quanto accaduto.