Catania, la protesta dei tifosi vale più di mille (solite) parole

Davide Villaggio

La contestazione

Nonostante ne siano successe davvero di tutti i colori, in questi sei anni – dalla retrocessione in B, passando per i “Treni del gol”, fino alla crisi economica e al ristagno in serie C  – nonostante anche il tifoso più vulcanico si sarebbe rassegnato, loro ci sono sempre stati e hanno sempre sperato, malgrado una gestione societaria spesso discutibile, che la dea bendata potesse permettere alla loro squadra di raggiungere quel tanto agognato obiettivo. Quel 23 giugno 2015, le continue incertezze sul futuro della squadra, fino ad arrivare alle vergognose sconfitte di Monopoli e quella recente di Vibo: bocconi troppo amari, che hanno spento giustamente l’entusiasmo inesauribile dei tifosi rossazzurri. E hanno acceso una comprensibilissima sete di riscatto, che passa inevitabilmente dall’azzerare tutto e ripartire: “Liberate il Calcio Catania”. Questo hanno gridato gli ultra presenti in curva Nord. Mentre quelli della curva Sud hanno lasciato il settore vuoto così come era accaduto a Vibo, quando la goleada dei padroni di casa non era ancora finita.