Play off a Catania, Gravina: «Perché no?» Rossazzurri su Sky, nessun riscontro

Marco Di Mauro

Tra le novità della prossima stagione di Lega Pro ci sarà la formula dei play off. Una formula che, a differenza degli anni precedenti, prevede che la quarta squadra promossa (oltre alle vincitrici dei tre gironi) venga fuori da un minitorneo dal regolamento piuttosto complesso. Un torneo che, alla fine, selezionerà quattro squadre destinate a disputare semifinali e finali. Che dovranno essere giocate in gara unica, in uno stadio individuato dalla Lega Pro. Lo stadio di Catania è tra i candidati forti. Ad avallare l’ipotesi proposta dal club rossazzurro, rispondendo alle domande di Mondocatania, è Gabriele Gravina, neoeletto presidente di Lega Pro. Che spiega:

«In questo momento stiamo facendo dei sondaggi, tra le varie società, per capire che disponibilità c’è. A settembre pubblicheremo un bando apposito. In seguito, valuteremo le candidature e sceglieremo sulla base della disponibilità dei club, della location offerta e della sua raggiungibilità». Un criterio, quest’ultimo, che potrebbe non favorire Catania. Ma che per Gravina non sarebbe decisivo: «È vero che la città si trova in un estremo geografico della penisola, ma si tratta di una città e al contempo di una piazza calcistica importante. Tra l’altro, può contare su un centro sportivo straordinario. Tutto questo sarà oggetto delle nostre valutazioni. Lo stesso metro sarà usato per gli altri club che si sono candidati».

Ma il presidente di Lega risponde anche su altri argomenti: la possibilità che tutte le gare di campionato del Calcio Catania vengano trasmesse su Sky; il rapporto deteriorato tra la tifoseria e la dirigenza; il girone C di Lega Pro in cui i rossazzurri sono stati inseriti. Senza dimenticare la penalizzazione di sette punti che peserà sulla classifica sin dalla prima giornata.

È realistico ipotizzare che Sky possa trasmettere tutte le partite del prossimo campionato del Catania?

«Ad oggi non ci sono stati contatti formali o informali tra Lega Pro e Sky. Non ci risulta nessuna manifestazione di interesse da parte della piattaforma satellitare sulle offerte bandite dalla Lega Pro per la trasmissione delle partite del prossimo campionato. Il primo bando è andato deserto, mentre a quello pubblicato di recente per l’avvio di trattative private – che si chiuderà oggi – è giunta finora solo la richiesta della Rai».

Il girone C pare il più competitivo tra i tre di Lega Pro, non troppo distante dal livello espresso dalla serie B.

«Sono d’accordo che sia un girone molto competitivo, ma non che sia più competitivo degli altri due. Per me sono tutti sullo stesso livello. In ognuno ci sono almeno 4-5 squadre in grado di lottare per il vertice, altrettante di medio livello. Ritengo tutti i gironi molto livellati a seconda delle fasce di classifica che determinano il coinvolgimento nei diversi obiettivi». Le prime cinque squadre che vengono in mente al presidente della Lega Pro, quando si parla di lotta al vertice, sono «Catania; Lecce, Foggia, Matera che hanno sfiorato la promozione lo scorso torneo, e Juve Stabia che ha allestito un organico importante. Lo scarto è minimo, a determinare il successo finale non sarà solo il campo ma pure il valore manageriale, la partecipazione e la serenità dei tifosi».

Analizzando uno alla volta questi ultimi due parametri, cosa pensa del progetto di rilancio che la proprietà del Calcio Catania ha affidato a Pietro Lo Monaco?

«Ho parlato spesso con Lo Monaco negli ultimi tempi. È un professionista tra i più capaci ed esperti, non solo per quel che riguarda la Lega Pro ma su tutto il panorama calcistico italiano. Ha tutte le qualità per aprire un nuovo ciclo, a Catania, che sia all’altezza di una città importante come quella etnea».

Il Catania ha, finora, più di 3000 abbonati. Tuttavia il rapporto tra buona parte della tifoseria e la proprietà, espressa da Antonino Pulvirenti, è ai minimi storici. Basterà vincere per guarire tutto o servirebbero delle scuse per quanto accaduto in passato?

«Il rapporto con la tifoseria non può dipendere dai risultati sportivi. Credo che quello che è successo in passato, adesso, vada messo da canto. Non dimenticato però: serve da lezione per gestire il presente in maniera tale da permettere che il Catania possa costruirsi un futuro importante. In questo senso il rapporto dei tifosi con squadra e società è significativo. Servono condivisione dei principi e dei progetti, oltre che lealtà nei comportamenti reciproci. Sarebbe ingiusto, ad esempio, fare progetti che non si possono realizzare. Onestà intellettuale e sacrifici sono alla base di tutto».

Un terzo aspetto che potrebbe incidere sul campionato del Catania è la penalizzazione di sei punti (che portano il totale a sette), comminata dalla Fifa per la vicenda Castro.

«Pesa tanto, è vero. Ma c’è la concreta speranza che, attraverso la presentazione di alcuni documenti in suo possesso, il club possa ottenere l’annullamento della penalità. Sportivamente, mi auguro che questo accada».