Caso Castro: date, cifre, retroscena. Così Pulvirenti conobbe Cosentino

Marco Di Mauro

Fu proprio in quell’occasione che Pulvirenti conobbe Cosentino. Col senno di poi, prevedere che l’affare Castro avrebbe portato grossi guai al Calcio Catania non sarebbe stato complicato. MondoCatania approfondisce alcuni passaggi della vicenda che ha causato la penalizzazione di sei punti – ritenuta ormai definitiva dalla società rossazzurra – per il mancato pagamento dei 510mila euro dovuti al Racing de Avellaneda secondo i tempi stabiliti al momento del passaggio del calciatore, poi da un giudice Fifa, infine dalla Commissione disciplinare Fifa.

Nell’estate del 2012 Sergio Gasparin è il direttore generale del Catania, Lucas Castro è un obiettivo di calciomercato e Pablo Cosentino è l’agente che cura gli interessi del calciatore e si adopera come intermediario per trovare l’accordo col Racing. L’affare va in porto e l’allora presidente Antonino Pulvirenti, che segue la trattativa, tesse le lodi di quel ricco procuratore. Tutta l’operazione, secondo il bilancio del Calcio Catania, costa 2.170.000 euro. Di questa somma circa la metà viene pagata al momento della firma. La parte restante viene suddivisa in due rate annuali da onorare nelle due stagioni successive.

Nell’estate del 2013 Sergio Gasparin non è più al comando del Catania. Ottenuto sul campo il miglior risultato della storia del club, il presidente Antonino Pulvirenti sfiducia il dirigente e affida il club proprio a Cosentino, facendolo suo vicepresidente. Durante la sua gestione, con l’obiettivo di raggiungere l’Europa league, Cosentino investe oltre 10milioni di euro presi dalle casse del Catania. La seconda rata del totale ancora dovuto al Racing viene divisa in sei tranche, l’ultima prevista a dicembre 2014. Così che il debito dovuto al Racing, nel bilancio 2014, si riduce a 595mila euro.

Nell’estate del 2015 Cosentino e Pulvirenti si dimettono a seguito dello scandalo Treni del gol. Sono trascorsi due anni, il Catania è retrocesso di due categorie, i conti di Pulvirenti sono stati sequestrati e le casse del club sono state prosciugate dagli investimenti per risalire in A. Tra le altre cose, il termine per estinguere il debito col Racing scade ma quel debito che avrebbe dovuto essere estinto col pagamento dell’ultima rata, nel bilancio 2015, viene solo ridotto di 85mila euro. La gestione del club, che rischia di non iscriversi al campionato, intanto passa a Carmelo Milazzo in veste di amministratore unico.

A giugno Castro viene venduto al Chievo Verona per un milione di euro. Dei quali 500mila subito disponibili. Gli argentini chiedono al Catania di usarli per coprire i 510mila euro rimasti scoperti. Ma la priorità del Catania è la sopravvivenza. Deve effettuare i pagamenti necessari per iscriversi al campionato. Ci riesce, anche se a tempo scaduto. La Figc non esclude il club ma lo punisce con due punti di penalità per il ritardo nella presentazione delle garanzie bancarie e della dichiarazione di pagamento delle scadenze Irpef. Ritenuto responsabile, Milazzo viene condannato all’inibizione mentre il club viene multato.

Vista ignorata la propria richiesta, il Racing segnala alla Fifa l’inadempienza del Catania. Il 29 ottobre 2015 un giudice Fifa dà ragione agli argentini e condanna il Catania a pagare la somma residua di 510mila euro. Soldi però, in quel momento, paiono non essercene neanche per rispettare tutti gli accordi coi calciatori in organico. Trascorsi sei mesi, in cui il Racing sollecita il Catania senza ottenere quanto dovuto, viene tirata in ballo la commissione disciplinare Fifa che il 20 giugno 2016 intima al Catania di pagare i 510mila euro entro 30 giorni, sotto la minaccia di possibile penalizzazione e persino retrocessione (vedi carte Fifa sottostanti).

Dal 9 giugno del 2016 Pietro Lo Monaco è di nuovo a guida del Catania. I fondi messi a disposizione dalla proprietà non sembrano nemmeno stavolta sufficienti a saldare subito e interamente il debito. Prima del ritorno di Lo Monaco, per ritardo nei pagamenti Irpef, arriva la penalizzazione di un punto. A essere condannato come responsabile stavolta è Niccolò Micena, che era succeduto a Milazzo. Nonostante le difficoltà finanziarie, grazie alla mediazione di Jorge Cyterszpiler – interessato da Lo Monaco – viene raggiunto un nuovo accordo economico col Racing per la rateizzazione dei 510mila euro.

Questo documento permette al Catania di iscriversi al campionato ma non accontenta la Fifa, che imponeva il pagamento dell’intera somma. Scaduti i 30 giorni concessi, la minaccia di retrocessione è scongiurata grazie all’accordo, ma viene comunque attivata la penalizzazione di sei punti. Le ragioni del Catania, che ha comunicato di avere pagato le prime due rate al Racing- per circa 200mila euro -, non fanno cambiare idea alla commissione disciplinare della Fifa. Per la revoca della penalità il club annuncia il ricorso al Tas, ma a distanza di mesi da quell’annuncio le speranze – come detto dallo stesso Lo Monaco – sono ormai perse.