Ripescaggi, mente umana e fattore C: con cosa pensa chi decide del Calcio

Claudio Spagnolo

Un giudice «competente»?

Per dirimere la controversia, pertanto, sarà forse utile aspettare le decisioni prossime venture con cui i competenti organi federali – ammesso e non concesso che accada un giorno, in questa tenebrosa vicenda, di incontrarne almeno uno che dimostri un briciolo di competenza – ci diranno chi ha ragione e chi ha torto. Nel caso ne venisse fuori una soluzione in grado di riparare a tutte le schifezze di quest’estate, di risarcire come va risarcito chi ne ha subito un danno, di stabilire la pena adeguata per chi il danno lo ha combinato, nonché di fargliela pagare quanto è giusto che la paghi, e attingendo dal patrimonio da cui è giusto attingere; in questo caso e solo in questo – caso che in effetti, al momento, non vedo come possa verificarsi – sarei ancora disposto ad ammettere l’ipotesi tradizionale che l’uomo ragioni con la testa. Nel caso contrario, darei la disputa per risolta. Definitivamente concludendo che la sede della ragione umana si trovi in quel posto cui l’immenso De Andrè alludeva quando cantava di quel suo famoso giudice: quello che, complice anche la sua non eccelsa statura, veniva indicato dalla pubblica maldicenza come una fetentissima carogna proprio perché aveva il cuore troppo vicino al sullodato buco.