Noi, la Lazio, Lotito. E quando, all’Olimpico, imparammo cos’è l’ingiustizia

Claudio Spagnolo

Toh, la maglia della Lazio…

Quella volta, lo sapete, ci bastò aspettare pochissime settimane. E finì con i quarantamila dell’Olimpico, con gli spareggi contro Como e Cremonese, e con una festa così bella che, quasi quasi, ci verrebbe oggi da ringraziare la Lazio per avere incarnato ai nostri occhi l’ingiustizia che dovevamo sconfiggere. Per averci insegnato che, dell’ingiustizia, si può sempre essere più forti. Adesso certo, alla nostra festa, manca ancora del tempo. Ma sono convinto che passerà; che ce la faremo anche stavolta, a festeggiare.

Sempre alla faccia dell’ingiustizia. Una faccia che stavolta non assomiglierà a quella di Giordano, e neppure di Manfredonia. Ma per disegnare la quale, in fondo, non si deve andare tanto lontano. Lo sappiamo tutti che faccia abbia, nel calcio di oggi, l’ingiustizia. Tra l’altro – fateci caso – quest’anno la maglia della Lazio è uguale uguale a quella di quel pomeriggio dell’ottantatre…